Aperte le indagini per il disboscamento della Val Rosandra. Gli indagati sono Luca Ciriani, vicepresidente pidiellino del Friuli Venezia Giulia, Guglielmo Berlasso, responsabile della Protezione civile dell’Fvg, e altre sei persone. L’ipotesi di reato è distruzione o deturpamento di bellezze naturali.
Tutto è incominciato nel marzo scorso, in seguito all’intervento eseguito sul letto del torrente Rosandra (in provincia di Trieste) dalla Protezione civile regionale. Un’operazione inserita nel programma “Alvei puliti 2012” e finanziato dalla Regione Friuli Veneza Giulia, che ha interessato una zona della Riserva Regionale della Val Rosandra, un Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale.
Ma quello che nelle intenzioni degli organizzatori doveva essere un intervento volto a salvaguardare la pubblica incolumità, secondo ambientalisti, esponenti del mondo accademico e moltissimi cittadini si è trasformato in un vero e proprio disastro ambientale.
Una fase dell’intervento in Val Rosandra (fonte: http://www.protezionecivile.fvg.it)
Come ha riportato l’ANSA, la notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati è giunta dalla Procura della repubblica di Trieste a Legambiente Fvg, che aveva presentato un esposto sul fatto.
Legambiente stigmatizza il comportamento della Protezione civile,
che ha ritenuto di procedere secondo le norme dell’urgenza e del pericolo in situazioni ove tali condizioni non esistono, per giustificare la necessità di un’esercitazione che si poteva fare con minor danno ambientale e secondo regole tecniche meno impattanti, in linea con gli orientamenti scientifici più avanzati in materia di deflusso delle piene in alvei fluviali e torrentizi.
E’ forte, invece, la preoccupazione che proprio questo tipo di interventi, là dove le condizioni idrologiche e morfologiche sono più delicate, come, per es., lungo il torrente Rosandra, possa essere foriero di gravi danni ai torrenti in caso di piogge intense e piene improvvise le cui sponde, non più ricoperte della preziosa vegetazione, ora ridotte a un canale pulito e scorrevole, consentirebbero all’acqua, non più rallentata, di acquistare grande velocità ed erodere le sponde scoperte.
“Sono tranquillo e sereno perché sono convinto che la Protezione civile del FVG abbia agito come sempre nel massimo rispetto delle leggi e con il solo obiettivo di tutelare la pubblica incolumità” è la dichiarazione che il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia Luca Ciriani ha diffuso in una nota.