Architecture from nowhereDue acque

Nel 1979 Bill Viola si avvicina al bordo di una piscina, a piedi scalzi. Prende qualche respiro profondo e, dopo un'attesa nervosa di qualche secondo, si getta in acqua con un grande balzo, liberan...

Nel 1979 Bill Viola si avvicina al bordo di una piscina, a piedi scalzi. Prende qualche respiro profondo e, dopo un’attesa nervosa di qualche secondo, si getta in acqua con un grande balzo, liberando tutta l’energia accumulata in quei lunghi secondi iniziali.
Eppure, quando finalmente vediamo liberata nell’urlo e nel salto questa energia, il corpo si blocca, a mezz’aria, interrompendo per sempre il fatidico incontro tra uomo e acqua.

Un desiderio represso, che, però, si stempera nel momento in cui vediamo il corpo sparire, mentre appaiono riflessi inattesi nell’acqua, fino all’uscita di un uomo dalla piscina.
Qualcosa ci fa pensare che l’incontro ci sia stato, che l’acqua sia stata la madre accogliente di un desiderio di frescura, di leggerezza, un elemento che riporta a primordi della vita, al liquido che ci ha visti nascere, a quella sensazione di perdita dell’io che si sperimenta galleggiando, in profondità.

Il video dell’artista americano, The Reflecting Pool, ci avvicina ad un mondo conosciuto, quello della piscina e dell’acqua, e al suo fascino inesauribile.

Così, il fascino dell’acqua, e della sue maniere di contenerla, è sempre stato un tema progettuale fortissimo a Milano: dai fontanili ai navigli, la storia della città si lega all’elemento liquido in maniera indissolubile.
E, quando i primi giorni di calura attraversano le strade, ci si ricorda di spazi che durante l’inverno apparivano remoti, non necessari: luoghi dove si ritorna ad un rapporto esplicito con l’acqua, dove la città pare finalmente fermarsi e bloccare il suo incedere fra i modesti moti ondosi che qui si provocano.

Siamo sul finire degli anni Venti del 1900 e l’amministrazione pubblica decide di dotarsi di specchi d’acqua che non siano semplici piscine: a causa delle funzioni richieste, ma anche di una sorta di “grandeur” meneghina, questi contenitori d’acqua divengono un piccolo lago e un grande bacino.
Sono l’Idroscalo e la piscina Romano, esempi di travolgente attualità, che non perdono la propria forza col passare degli anni, ma anzi aumentano la propria utilità, grazie alla propria identità “esagerata” nei confronti del contesto.

Bill Viola si buttava nell’acqua con un urlo liberatorio, per ritrovare una genesi liquida, scoperta solo nei secondi finali del filmato.

Milano, e i suoi cittadini, ritrovano forse la propria reale identità quando si confrontano con i grandi spazi d’acqua di un passato non troppo lontano.

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