Cambio sempreFenomenologia nostalgica di una ex storia di successo

C'era una volta una casa automobilistica venuta da lontano. C'era una volta un  uomo con le bretelle e le barba bianca che si arrabbiava un sacco e non lasciava niente al caso. E c'ero anch'io que...

C’era una volta una casa automobilistica venuta da lontano. C’era una volta un uomo con le bretelle e le barba bianca che si arrabbiava un sacco e non lasciava niente al caso. E c’ero anch’io quella volta, alle prime armi, che imparavo e litigavo, e facevo tardi in ufficio.
C’erano una volta dei rivenditori multi marca, che diventarono monomarca, e crearono un fenomeno di settore senza precedenti. C’era una volta il sindaco di Roma che cambiava nome alla strada e la intitolava a chi, in questa grande, eterna città, aveva creato posti di lavoro e reso la gente contenta di andare in ufficio.
C’erano una volta, registi simpaticissimi, creativi, copywriter. C’erano una volta tante facce che in 10 anni di lavoro e di fatica, e di litigate avevano tirato su un successo. Sulla logica della meritocrazia. Anzi meglio sulla logica del “quante macchine abbiamo venduto? (bene o male)”.
E le macchine continuavano a essere prodotte e vendute. E accessoriate, e ricolorate, e reinventate. E ne venivano vendute più di tutte, anche quando gli altri andavano male, anche quando non c’erano ecoincentivi.
E c’erano un sacco di cose da fare e da dire, e c’erano anche lotte intestine e tante tante difficoltà, ma alla fine le macchine venivano vendute. Alla fine gli stipendi venivano pagati.
Alla fine il lavoro di tutti serviva.
C’era una volta una casa automobilistica venuta da lontano che adesso non c’è più.
Al passo con i tempi si adegua all’effimera inutilità dei personaggi che la popolano.
Il vecchio è stato buttato via senza riguardo e considerazione, e il nuovo che doveva avanzare…non è mai arrivato.
I nuovi non sanno che pesci prendere, e ognuno tira acqua al suo mulino, per salvare la poltrona, per spillare allo scemo di turno i pochi soldi che restano.
E i registi simpatici sono stati rimpiazzati da quelli cari ammazzati, i copywrieter non hanno trovato il sinonimo adatto per sostituire la vecchia campagna e allora ci girano intorno, inutilmente, perché i sinonimo, non c’è, non esiste.
I creativi non creano più niente.
Aria, fuffa, che sì è alla base di questo mestiere. Solo che è una fuffa che non vende più.
E allora i rivenditori monomarca stanno tornando a essere multimarca, o a chiudere.
E sì le cose vanno male per tutti ma la casa automoblistica va peggio, di tutti.

C’era una volta uno schema che funzionava, bello o no, divertente o no.
C’erano persone che lo facevano funzionare.
Quelle persone non ci sono più, al passo con i tempi arriva il nuovo, che nuovo non è.
E’ più vecchio del vecchio, perché non solo non ha nuove idee, ma non è neanche maniacalmente affezionato alla storia del vecchio.
Non ci tiene a fare bella figura con il signore che porta le bretelle, non si dispiace se tutto va in malora.
C’era una volta una casa automobilistica venuta da lontano, il nuovo l’ha spezzettata e buttata al macello.
Geniale.

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