La procura di Atene ha spiccato un mandato di arresto nei confronti di Ilas Kasidiaris, portavoce del partito neonazista «Alba Dorata» autore di una vile aggressione in diretta tv ai danni della deputata comunista Liana Kanelli, colpita pugni e schiaffi in pieno viso dall’invasato esponente della destra estrema.
Il vile gesto è stato compiuto in diretta televisiva dall’esponente neonazista, quando nello svolgimento di un talk show organizzato dall’emittente Ant1, la deputata Rena Dourou di Syriza – la coalizione della sinistra radicale probabile vincitrice delle prossime elezioni – ha dapprima dichiarato che in Grecia si assiste a «una crisi della democrazia, visto che nel Parlamento sono entrate persone che riporteranno il Paese 500 anni indietro nel tempo», ricordando poi che Kasidiaris è imputato in un processo per complicità in rapina a mano armata.
A quel punto è scattata l’aggressione del neonazista che ha scaraventato un bicchiere d’acqua verso l’esponente di Syriza, poi, alle proteste della giornalista Liana Kanelli del Kke ha risposto colpendola ripetutamente in pieno volto con pugni e schiaffi. Anche l’esponente comunista ha duramente attaccato il partito di estrema destra entrato per la prima volta in Parlamento dopo la cruenta dittatura dei Colonnelli: «Voi fascisti avete tradito la Grecia, asservendovi agli interessi imperialisti della NATO. La vostra presenza nel Consiglio dei Greci ( Parlamento ellenico) è un’offesa ai lavoratori ed ai cittadini democratici, alla storia del nostro paese. Avete compiuto stragi, torture, assassinato la nostra democrazia, che ha più di 4 mila anni di storia. I fascisti non devono sedere in Parlamento, devono essere fucilati».
La proditoria aggressione è stata fermata dall’intervento delle altre persone presenti nello studio televisivo. Gli impiegati della tv ellenica dopo aver allertato la Polizia, hanno cercato di trattenere il portavoce del partito neonazista presso gli studi, non riuscendoci. Kasidiaris in un primo momento sembrava fosse finito in manette. Invece, come riferisce il quotidiano ellenico Kathimerini, è ancora latitante. Ricercato da quella Polizia, i cui agenti, in massa, hanno votato per Alba Dorata.
Solidarizza con le due esponenti della sinistra ellenica, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista: «L’aggressione del portavoce del partito neonazista Alba dorata ai danni delle due parlamentari della sinistra, durante un dibattito tv in Grecia, è un episodio vergognoso e che deve far riflettere. Tutta la nostra solidarietà alle due deputate Rena Dourou e Liana Kanelli e ai loro partiti, Syriza e Kke, coi quali abbiamo stretti rapporti politici: Syriza è con noi nel partito della Sinistra Europea e il Kke fa parte del nostro gruppo parlamentare europeo, il GUE. Come al solito – spiega Ferrero – i nazisti se la prendono con la sinistra, quella vera, l’unica che li combatte sul serio e oggi hanno aggredito due compagne, mostrando ancora una volta come il maschilismo e il fascismo vadano di pari passo. Basta con queste politiche neoliberiste che hanno resuscitato questi fantasmi del passato».
Aggiornamenti
Attualmente Kasidiaris è ancora irreperibile e secondo quanto riferisce la polizia greca sulle sue tracce vi sarebbero le «squadre speciali». La stessa polizia, però è stata messa sotto accusa perché alcune sue frange sono troppo vicine al partito neonazista Alba Dorata. Subito dopo aver lasciato gli studi in seguito all’aggressione, denunciano dalla società civile con in testa Dimitris Trimis, presidente dell’associazione di giornalisti greci ESEA, Kasidiaris si sarebbe recato presso la sede del partito e l’avrebbe lasciata indisturbato per poi far perdere le sue tracce. Viene così anche definitivamente a crollare il mito del partito anti-sistema, la realtà rispecchia l’esatto contrario.
Non si è fatta attendere la risposta del paese: in tutta la Grecia sono in corso manifestazioni antifasciste. Spesso alla testa ci sono i migranti, bersaglio preferito dei militanti di estrema destra che si sofgano con le spranghe sui loro corpi, scaricando rabbia e frustrazioni. Una violenza inaudita, evidentemente rigettata da un paese dove è ancora vivido il ricordo della nefasta dittatura fascista dei colonnelli, dove violenza, torture e terrore erano all’ordine del giorno.