Cittadinanzattiva (2.0)HACKATHONTERREMOTO e PROTEZIONE CIVICA

 Nè più e nè meno che una due giorni per pensare, ideare e creare applicazioni e soluzioni, ma soprattutto un momento di brainstorming e crescita collettiva. L'appuntamento si terrà a Bologna il 16...

Nè più e nè meno che una due giorni per pensare, ideare e creare applicazioni e soluzioni, ma soprattutto un momento di brainstorming e crescita collettiva.

L’appuntamento si terrà a Bologna il 16 e il 17 Giugno con Hackathon Terremoto, ovvero, un incontro al vertice tra sviluppatori, designer, e più in generale a chiunque abbia voglia di dare una mano con il fine ultimo di creare soluzioni tangibili, application, a supporto di reali e contingenti esigenze della gente sfollata e terremotata di Mirandola, Finale, e dell’Emilia-Romagna in generale.

Da tre anni, la parola terremoto, ricorre o perchè vi è sventura che si verifichi oppure perchè non la si può non pronunciare accanto alle parole: distruzione, desolazione, morte e ricostruzione. E, così, #terremoto a parte risultare Trend Topic su Twitter è tra le calamità naturali a cui lo stivale italiano è soggetto e rappresenta uno degli incubi peggiori per l’umanità.

L’incontro di Bologna vuole essere un’occasione di fare rete-sistema-comunità per l’incontro delle menti, delle idee utili. Basti pensare che con una semplice app potremmo supportare la rilevazione dei danni subiti dagli edifici e la loro agibilità, lo smistamento degli aiuti per protezione civile, la segnalazione materiale in stoccaggio per aziende colpite dal terremoto… e in un’ottica di totale (e necessaria?) trasparenza, potremmo pensare a un app per il monitoraggio in tempo reale dello stato dei lavori e della documentazione dei soldi spesi.

Wikitalia ha lanciato Protezione Civica al motto di “Ripensare-Ricostruire-Ripartire”, una piattaforma con i seguenti obiettivi da raggiungere come si legge sul post scritto da Riccardo Luna:

“1) la gestione e la visualizzazione dei tweet e degli sms durante un allarme;
2) una mappa di segnalazioni, edificio per edificio, dei danni subiti;
3) la condivisione di idee e progetti di ricostruzione su un sito;
4) il monitoraggio in tempo reale dello stato dei lavori e la documentazione dei soldi spesi.

Come si fa? Si fa. Con la partecipazione e il contributo di tutti: dai singoli cittadini alle istituzioni, dai media ai volontari. Ce la faremo perché nessuno, quando lo chiami per una cosa così, si tira indietro. E perché siamo sicuri che strada facendo saremo di più, arriveranno altre idee, altri strumenti e così crescerà questa piccola cosa che stiamo costruendo per l’Emilia ma che alla prossima inesorabile emergenza potrà servire a tutti con la speranza di essere utili e rendere più agevole il compito di chi per lavoro o per missione fa “protezione civile”.

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