Capita a fagiolo la terza puntata dei cambiamenti tattici del 2000, editi da zonalmarking.net e tradotti da me in esclusiva per voi. Anche questo articolo ( come i primi due che trovate qui e qui ) risale al 2010, e per l’appunto tratta dei problemi, e delle opportunità, relativi allo schierarsi con una difesa a tre. Più che mai attuale quindi sia per la nazionale, sia per il campionato che verrà. Buona lettura
E’ una vergogna che la difesa a tre sia diventata così fuori moda negli ultimi anni; tatticamente essa è molto più interessante e presenta molte più variazioni possibili rispetto ad una difesa a quattro. Essenzialmente fa lo stesso lavoro, con un giocatore in meno, permettendo alla squadre di controllare il centrocampo con un uomo in meno.
In generale, la difesa a tre è molto efficace contro un 4-4-2. In termini di marcature a uomo, la difesa a tre può utilizzare due uomini in marcatura sugli attaccanti più un libero in grado di raddoppiare. Dal punto di vista della zona, invece, può spostare i tre difensori sul campo in relazione alla posizione del pallone. Il centrale di destra può facilmente lasciare la posizione centrale e scalare, coprendo la posizione di terzino destro, ricomponendo una difesa a quattro con i due centrali e l’aggiunta del laterale sinistro che ripiega in difesa. E vice-versa, le squadre che si schierano con una difesa a tre sono evidentemente inclini a effettuare rapidi cambi di campo, muovendo la palla da una fascia all’altra, e, finchè si possono impiegare ali tornanti capaci di seguire gli avversari in difesa, il meccanismo funziona bene permettendo di usufruire di un centrocampista extra.
Il problema della difesa a tre è che raramente funziona bene contro un attaco non composto da due giocatori. Contro un avversario, lasciando un 3 contro 1 nella zona centrale, è facile capire come si lasci spazio in un’altra zona del campo. Contro tre attaccanti ( un centravanti più due esterni ), dal punto di vista della marcatura, non ci sono soluzioni ottimali adottabili da una difesa a tre. Se il centrale non è rapido nel raddoppiare sull’ala, entrambi rischiano di rimanere pericolosamente troppo larghi, o in tutti casi rischiano di lasciare all’avversario il tempo e lo spazio che desidera.
Per di più, la crescente enfasi posta su (a) i movimenti (b) la corsa (c) versatilità degli attaccanti, nel calcio moderno, comporta semplicemente che sia molto semplice portare fuori posizione una difesa a tre. Un 3-5-2 o un 3-4-1-2 lasciano, inoltre, i terzini liberi, cosa pericolosa nell’era dei terzini offensivi. Va detto però che questo problema diventa minore se ci si schiera con un 3-4-3.
In Premiership, ci fu una strana ossessione, nella seconda metà degli anni novanta, per la difesa a tre. La maggioranza delle squadre, infatti, giocava in questo modo. Addirittura la famosa linea difensiva dell’Arsenal, giocava a tre quando fu presa in consegna da Arsene Wenger, che la riportò a quattro quando vinse il suo primo titolo. Questa mania fu probabimente iniziata dalla Germania di Euro 96, che giocò con un brillante 3-4-1-2, con un libero offensivo come Matthias Sammer e due tornanti energici e molto difensivi. Sicuramente, determinante era il fatto che praticamente tutte le squadre in Premiership giocavano con due attaccanti, facendo sì che schierare tre difensori fosse considerato il modo più ovvio di difendersi.
Oggi, nessuna squadra inglese gioca regolarmente con una linea difensiva di tre uomini. Troppe squadre giocano con uno o tre giocatori d’attacco, e mentre la difesa a tre rimane il miglior sistema contro un 4-4-2, è comunque sconveniente pensare di cambiare sistema difensivo tanto spesso tra una partita e un’altra. In Serie A la difesa a tre è stata rivitalizzata da formazioni come il Genoa, il Napoli e (alle volte) il Palermo ( NDT: il moviemento italiano ha incorporato qeusta tendenza ancora più a fondo, come è dimostrato dalle vittorie di Udinese e Juventus)
Queste squadre hanno però tutte la capacità di passare da un 3-4-1-2 ad un 4-3-1-2 se necessario, cosa che riesce molto più difficile alle squadre inglesi.
Da un punto di vista internazionale, quattro giocatori difensivi resta la scelta maggioritaria per quasi tutti i clubs più importanti d’ Europa, così come anche per le pretendenti al titolo mondiale. Il Cile rappresenta un’eccezione degna di nota. Bielsa, infatti, schiera un esaltante 3-3-1-3, e sarà interessante vedere come gli avversari si comporteranno per bucare una difesa a tre.
L’Egitto è rimasto fedele al 3-4-1-2, sotto la guida Hassan Shehata, ed ha vinto le ultime 3 coppe d’Africa, battendo avversari rimasti fermi ad un 4-4-2, ma incontrando i problemi noti contro altri sistemi di gioco. Non parteciperà alla prossima Coppa del Mondo perchè ha perso i play-off contro una squadra (sulla carta) molto più debole, l’Algeria, che si schiera con un 3-4-1-2. Considerando quanto male ha giocato l’Inghilterra nelle amichevoli contro l’Egitto, sarà interessante vedere se incontrerà le stesse difficoltà contro l’Algeria o se avrà imparato la lezione.
La difesa a tre è un vero saggio di bellezza quando è disposta correttamente. La Serie A ha affascinato proprio per le squadre sopramenzionate, e la reticenza tattica ossesiva delle nazionali può essere sconfitta dal Cile quest’estate, sperando che un successo di Bielsa porti ad un movimento internazionale di imitazione dell’argentino.