Pizzarotti guarda fisso la camera, maniche di camicia per sembrare più pop di quanto già non sia. E’ il debutto del canale youtube del Comune di Parma, la prima rivoluzione di questi giorni da sindaco. Si vede che sta prendendo le misure ma ci tiene a far bella figura, un sorrisetto beffardo gli si dipinge sul viso:“Sono qui per presentare il primo membro della Giunta. Il nostro assessore al bilancio sarà Gino Capelli, una persona che abbiamo scelto sulla base delle competenze”. Smanettoni di tutto il mondo a cercare informazioni: “Gino chi? Un tributarista, ah no…commercialista: si è occupato del fallimento di Parmalat e Jam Session srl. Jam cosa?”.
Occorre un uomo forte per ripianare il debito colossale di 845milioni, gli effetti dell’incauta gestione lasciano il loro strascico.
E’ un parmense Capelli. Questo è il primo incarico pubblico: alle scorse elezioni non gli è nemmeno passato per l’anticamera del cervello di candidarsi. Sul resto della Giunta soltanto chiacchiere, ipotesi. Ormai sono trascorse quasi due settimane dalla cavalcata trionfale dei ballottaggi: a Genova e Palermo le squadre sono bell’e che al completo. Qualche intoppo, forse: rifiuti non previsti da chi si dava per scontato. Il lavoro è lungo, i criteri per selezionare gli assessori non aiutano. Circa 300 curricula da vagliare con la lente d’ingrandimento, chi supera il primo scoglio è tenuto a presentarsi davanti alle domande della Commissione, il gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle. Quanti colloqui si siano conclusi col classico “le faremo sapere” non è dato a sapersi. Parrebbe molti.
Oppure il problema è tutto lì, in una vittoria caduta tra capo e collo ad un gruppo privo di esperienza. Un lavoro da impostare, da mettere in moto e far partire che richiede il tempo dovuto. Fino al mese scorso Pizzarotti era l’uomo qualunque, un vicino di casa che trascina il carrello del supermercato e compra al discount per risparmiare. Alla vulgata romantica piace pensare che sia ancora così. E forse lo è, se non fosse che le responsabilità sono cambiate. Cambiano anche i modi, e quello piace: un sindaco che annuncia via web i nomi degli assessori è una novità assoluta. Ma il sistema nuovo contempla anche qualche lungaggine in più. Poco male, se rimpiazza la politica del tutto subito. Peggio, se diventa l’occasione per inutili rimandi. Non è facile passare dalle provocazioni ai fatti.