I bagni di Dublino hanno la moquette e quelli di Londra anche. Non tutti ma la gran parte sì. Se proprio la fortuna mette la zampino potrebbe capitare persino di trovarsi a vivere in un appartamento con cucina dal pavimento “moquettato”.
Questo materiale è un’ottima soluzione contro il clima umido e a tratti rigido ma, purtroppo, ha un inquietante risvolto della medaglia ovvero non si può pulire a fondo e l’igiene scompare dal vocabolario personale.
Durante una lunga parentesi di vita dublinese ho dovuto far i conti con delle particolarità territoriali che non sono mai riuscita far mie, a tutto discapito della completa integrazione culturale. Lo ammetto.
Ho accettato a testa bassa il bagno senza finestra e senza bidè, l’umidità tipica di alcuni appartamenti, la pioggia incessante, la mancanza di sole, la gastronomia locale, ma per la moquette proprio non c’è stato verso. Mi sembrava di aver in casa il tipico bagno pubblico italiano sempre sporco. Inevitabile pensare alla natura delle macchie che facevano bella mostra di sé insieme al colore del carpet sbiadito dal tempo. Amiche inseparabili le ciabatte da centrare in pieno senza far uscire nessun centimetro quadrato di piede. E quando cadeva qualcosa a terra? Una tragedia perché bisognava trovare il modo per disinfettare tutto. Invece, per pulire il “pavimento” nulla, era una partita persa in partenza. Una passata con l’aspirapolvere dell’anteguerra era sufficiente per trascinare i batteri del bagno anche nel resto dell’appartamento.
Probabilmente esagerazioni, le mie, dovute a un eccesso di provincialismo. Sono rimaste tuttavia delle domande aperte: “Quante erano le gocce di pipì accumulatesi negli anni vicino la moquette che circondava il wc e di chi erano?”
In Italia abbiamo comunque le nostre stranezze. Questo albergo di Riccione ha optato per una soluzione salva spazio alquanto bizzarra collocando il bidè dentro la doccia. La funzionalità forse non è stata presa in considerazione.
W l’Italia