Cazza la randaLa vergognosa spartizione fatta da partiti che sono ormai minoritari, oltrechè sputtanati

Leggo il pezzo dell'ottimo Marco Sarti e mi sale istintivamente un moto d’ira. Difficile da controllare. Mi prendo qualche minuto per riflettere, con calma. Arrivo a questo conclusione: il problema...

Leggo il pezzo dell’ottimo Marco Sarti e mi sale istintivamente un moto d’ira. Difficile da controllare. Mi prendo qualche minuto per riflettere, con calma. Arrivo a questo conclusione: il problema non è la spartizione di poltrone importanti tra i partiti. Ne abbiamo viste tante, in fondo, di distribuzioni di posti, messe in opera dalla politica. A volte quest’ultima, ha fatto uscire dal cilindro anche dei nomi inattaccabili. Cosicchè può essere che all’Agcom ed all’Autorità garante per la Privacy prevarranno candidature di persone competentissime, oltreché rispettabilissime.

Ciò che desta scandalo e provoca rabbia è il fatto che la scelta venga fatta da questi partiti, da questa politica e soprattutto da questi pseudo-leader, così largamente sputtanati agli occhi dell’opinione pubblica non solo nazionale.

E non è una questione di sola credibilità, scemata così prepotentemente da aver costituito il miglior terreno su cui far crescere il grillismo. Si tratta anche di numeri: Partito Democratico, Popolo delle Libertà, Terzo Polo, già messi sotto formalina dal Governo dei tecnici, rappresentano, in questo momento, a stento il 50 per cento dell’elettorato. Il che vuol dire poco meno del 30 per cento della popolazione italiana.

Ecco dove sta la vergogna. Nel fatto che forze politiche minoritarie nel Paese ed al cui interno, per giunta ed a causa di una legge elettorale vergognosa, spopola la categoria dei nominati, si arroghino ancora il diritto di dividersi la torta di designazioni pesanti, non solo economicamente.

A chi, come il sottoscritto, ama profondamente la politica, vengono i brividi all’idea che una scenario così banale sfugga a Bersani, Alfano e Casini. Se ciò accade, non è solo a causa di scarsa sensibilità politica. Significa che la frattura tra gli elettori ed i loro umori meno bestiali e le oligarchie della partitocrazia italiana è drammaticamente profonda.

A questo punto c’è da augurarsi un’unica cosa perché detta frattura sia sanata, per il bene della politica: che alle prossime elezioni il vuoto di credibilità politica che ABC pervicamente continuano ad alimentare, facendo male appunto alla politica, prima ancora che a sé stessi, venga colmato dal nuovo protagonismo di una vera classe dirigente. Quella che un Paese importante come il nostro si merita finalmente di avere.

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