Monsignor Fisichella ‘brandisce’ un oggetto sacro (da lui ci aspetteremmo tale venisse considerato…), una collana arricchita da un crocefisso. E finge, roteandola, di volerne far dono al basito e soddisfatto Mario Staderini, il segretario dei Radicali Italiani. Uomo giovane e molto, molto intelligente. A Mario sono bastati pochi accenni agli ornamenti sacri, ai paramenti liturgici, alla loro ridondanza lussuosa e, “miracolo”, il ‘prelatissimo’ perde l’aura trascendente e dotta del ministro di Dio e si trasforma nell’uomo della strada, in uomo della strada molto semplice, per la verità. Il suo pensiero diviene immanente, secolare, pragmatico, piccolo. Gioca con la sua collana, che testimonia Cristo, il suo Cristo (ma anche il nostro) e annuncia al mondo che di vile latta si tratta. Oggetto falso (e da lui reso profano) appena sufficiente al baratto con una fumante tazza di caffè. Ma la Chiesa, quella che abbiamo voluto amare, non è simbologica e rituale !? Cristo non cessa di rappresentarsi, non smette di evocare, non è meno amato (da chi lo ama davvero) quando i metalli che ne forgiano le sembianze sono umili e poveri. Monsignore, Lei stava parlando di Cristo. E insomma…
4 Giugno 2012