Giornata di lavoro extra per me. Michael Cox, editor di zonalmarking, infatti ci regala interessanti anticipazioni su Euro 2012. Qui di seguito sono riportate solo alcune considerazioni generali, ma nel corso della giornata pubblicherò anche quelle relative alle squadre del girone dell’Italia; solo quelle, però, ovviamente perchè ho anche io una vita da portare avanti !). State connessi…
Presenterò le anticipazioni, squadra per squadra, più tardi . Ma, per risparmiarsi inutili ripetizioni, qui pubblico una serie di considerazioni generali basate sui recenti tornei internazionali.
1. Per gli “underdogs”, essere difensivi e organizzati, e giocare in contropiede è la scelta migliore.
I sostenitori degli outsiders si lamentano spesso di come questi non muovano abbastanza bene il pallone e di come vorrebbero vedere un gioco più espansivo. Ci possono essere sicuramente divergenze tra i diversi guisti estetici, ma il successo spagnolo degli ultimim anni non dovrebbe essere preso a modello dalla maggior parte delle nazionali “minori” in questa competizione.
Le ultime vittorie da parte degli sfavoriti hanno abbondantemente provato che avvengono grazie ad un atteggiamento molto difensivo, che permette di farsi dominare, ma anche di colpire successivamente in contropiede o su calcio piazzato. Le vittorie continentali della Grecia nel 2004 e dello Zambia nel 2012, sono avvenute con la media più bassa di possesso palla rispetto a tutte le altre squadre concorrenti. L’Uruguai non è stata così estrema durante i Mondiali del 2010 e la Coppa America del 2011, ma comunque ha impostato un gioco reattivo sugli avversari e non certo fatto di possesso. Per le squadre come l’Irlanda, la Repubblica Ceca e l’Ucraina, giocare un “bel calcio” non è in agenda.
Trattandosi di un torneo ad eliminazione, si può arrivare lontano anche essendo semplicemente una squadra difficile da battere. Il Paraguay nell’ultima Coppa America ha raggiunto la finale con cinque pareggi consecutivi.
2. I centravanti non devo essere prolifici per far parte di una squadra vincente.
Nel 1998 Stephane Guivarc’h ha capeggiato la Francia vincitrice senza segnare neanche un goal nell’intero torneo, nel 2006 Luca Toni ha fatto qualcosa di simile, segnando solo in una partita. Anche la Spagna del 2010 non ha beneficiato dei goal dei suoi attaccanti in ogni partita: David Villa segnè solo quando fu schierato partendo da sinistra, e Fernando Torres invece non marcò mai il tabellino.
Nel calcio internazionale il centravanti sono spesso utili come punti di riferimento, che sanno tenere la squadra alta anche senza essere dei brillanti realizzatori. Probabilmente il capocannoniere vincerà con meno di quattro goals.
3. La griglia di partenza è importante.
Il sorteggio è importante non tanto per le squadre che così si devono affrontare, ma perchè alcune squadre avranno un importante vantaggio in termini di preparazione. ( argomento già trattato in precedenza)
4. I gruppi di giocatori provenienti da uno stesso club sono vitali.
La Spagna è dipesa molto dal Barcellona per l’ultima Coppa del Mondo. così come l’Italia prima aveva delle buone connessioni in campionato ( Pirlo-Gattuso, Cannavaro-Zambrotta, Totti-Perrotta ). Il calcio è, oggi più che mai, basato sulla familiarità e la coesione, soprattutto quando si tratta di movimenti e possesso palla. Le squadre di club non sono mai stato tanto superiori alle rispettive nazionali come oggi, che infatti soffrono della mancanza di tempo per provare i movimenti di attacco come invece possono fare i club.
Perciò, è interessante notare che la Russia è stata costruita sui giocatori di Zenit e CSKA, e la Rep. Ceca sugli (ex)Plzen, per esempio. Di casi come questo ce ne sono molti altri.
5. Le nazionali “minori” non hanno stelle.
Fatta eccezione per Zlatan Ibrahimovic ( e un paio di giocatori giovani come Christian Eriksen che non hanno ancora dimostrato molto sul palcoscenico internazionale ) gli outsiders non hanno un giocatore di livello mondiale, sul quale costruire la squadra.
In una certa misura è sempre stato così. Ma mancano i Gheorghe Hagi, i Hristo Stoichkov, i Pavel Nedved, i Zlatko Zahovic, i Marc Wilmots, calciatori che, circa dieci anni fa, comandavano compeltamente in squadra e ne determinavano, in larga misura, i successi e le sconfitte.
6. Diverse squadre giocano un calcio atipico rispetto alla loro tradizione.
L’Olanda è poco olandese, La Germania è poco tedesca, l’Italia è poco italiana, la Svezia è poco svedese, e la lista continua.
7. I maggiori contendenti al titolo hanno fatto pochi cambi rispetto al 2010.
Germania, Olanda e Spagna sono state le uniche tre squadre europee a raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo tre anni fa. Tutte non avevano molti giocatori al loro “ultimo ballo”, e così hanno effettuato pochi cambiamenti rispetto a quelle formazioni. La Spagna ha chiamato 19 giocatori su 23 che hanno già disputato i mondiali del 2010 ( e sarebbero stati 21 se Carles Puyol e David Villa fossero stati arruolabili ) mentre la Germania e l’Olanda saranno familiari anche a quelli che non le hanno viste giocare negli ultimi due anni, anche se ognuna di queste squadre è stata obbligata a cambiare leggermente per cercare di non essere troppo prevedibile.
Casualmente, ognuna di queste ha cambiato il terzino sinistro, ed ha avuto difficoltà a ricoprire quel ruolo.
8. Poche differenze di modulo.
Le cose interessanti tatticamente agli ultimi mondiali arrivarono tutte da squadre non-europee: lo schieramento asimmetrico brasiliano, il 3-3-1-3 del Chile, il 5-1-2-1-1 della Nord Korea, il 3-4-3 della Nuova Zelanda, il sistema misto uruguaiano, il 3-4-34-3-3 del Messico.
A meno che l’Italia non sorprenda tutti, non ci sarà nessuna difesa a tre . Possiamo solo guardare all’Italia come unica speranza di vedere almeno un 4-3-1-2. Tutto gli altri paesi si schiereranno con una linea difensiva di quattro uomini, un attaccante centrale, due esterni d’attacco e una combinazione di tre centrocampisti centrali, secondo diversi formati come il 4-4-2, il 4-4-1-1, il 4-3-3. Le squadre che avranno il coraggio di proporre qualcosa di diverso potrebbero fare bene.