Ammettiamolo ci mancava. Come non ricordare le pessime figure fatte al parlamento europeo, in cui paragonò il politico Shulz ad un Kapò. Come dimenticare la descrizione “precisa” fatta sul Parnaso: “È il bunga bunga del 1811”; oppure le “mitiche” affermazioni sulle sue “presunte” doti da playboy: “Io le donne non le pago le conquisto” (durante la conferenza con Zapatero), “Io ebbi a fare la corte alla presidente della Finlandia” (riferendosi al Primo Ministro Tarja Halonen); o infine la “leggendaria” epopea sul Partito dell’amore: “…l’amore vince sull’invidia e sull’odio”.
Da quando è arrivato il governo Monti tutto questa sembrava finito. Ma le ultime elezioni hanno sancito il ritorno del “Cavaliere”. Questo ritorno ha messo subito in allerta i mercati, facendo aumentare lo spread vertiginosamente e facendo perdere punti percentuali a piazza affari. Queste conseguenze sono state subito giustificate dalle prime affermazioni dopo il lungo silenzio: “Ho una pazza idea…Italia Pulita con Gerry Scotti”…è un nuovo programma televisivo preserale, per contrastare L’Eredità di Carlo Conti? No. Allora è un nuovo format in prima serate per scuotere la monotonia televisiva? No, è il nuovo programma politico del Pdl. È questa la dura realtà, fortuna che Gerry Scotti ha smentito un suo rientro in politica anche in ricordo della brutta esperienza con il Psi di Craxi. Ma non è finita, Berlusconi ha trovato un sistema per risolvere il problema dell’Euro in Italia: “…stamperemo noi la nostra moneta con la zecca”, questa volta è stato costretto ad auto-smentirsi per evitare altre polemiche.
Purtroppo il problema delle affermazioni del ex premier non è tanto quando vengono smentite o criticate da tutti, ma quando vengono prese in considerazione. Questo è il caso del semi-presidenzialismo alla francese, considerato dai maggiori esperti di diritto un pessimo sistema democratico, per via dello strapotere del presidente della Repubblica che, eletto direttamente dal popolo, ha il potere sulla magistratura (che perde la sua indipendenza) e sul parlamento (che diventa un istituzione fragile).
Inoltre il semi-presidenzialismo manterrebbe il sistema maggioritario, che fino ad oggi ha causato soltanto danni nella vita democratica del paese. Ma i maggiori partiti di destra italiani la pensano diversamente: Fini ha espresso un parere positivo, chiedendo al suo partito di votare per l’emendamento; la Lega sarebbe disposta a collaborare se si istituisse il senato federale e si riducesse il numero di parlamentari (due condizioni che non migliorerebbero la riforma). Fortunatamente il Partito Democratico ha rispolverato le parole magica “Conflitto d’interessi” e “Sistema proporzionale” per bloccare qualunque ipotesi di riforma senza prima toccare questi due tem fondamentali. Ricordando le resistenze “provvisorie” del passato, quanto durerà questa opposizione?
MATTEO ROSELLI
per Wilditaly.net