La Commissione europea ha reso noto il “pacchetto” di infrazioni rilevate nel mese di marzo nei paesi membri. Verso l’Italia sono state aperte tre procedure di infrazione «con parere motivato»: trasferimenti intra-UE dei prodotti del settore della difesa, rifiuti collocati in discarica a Roma, sicurezza marittima. Ancora una volta l’Italia non riesce ad adeguarsi alle direttive di Bruxelles.
L’infrazione riguardante il trasferimento di prodotti del settore difesa all’interno dei paesi Ue e verso terzi. L’Italia avrebbe dovuto allinearsi alla direttiva comunitaria entro il 30 giugno 2011, invece non lo ha fatto al pari della Romania. Bruxelles chiede maggiori misure di controllo per mantenere il controllo su «interessi essenziali di difesa e sicurezza». L’Ue vuole, tra le altre cose, maggiori controlli per il trasferimento di materiale militare che ad oggi non è distinto «tra esportazioni verso paesi terzi e trasferimenti tra Stati membri». L’Italia e la Romania avranno tempo due mesi per informare la Commissione delle misure adottate altrimenti la Commissione stessa potra deferirli alla Corte di Giustizia.
L’allarme rifiuti e discariche di Roma interessano anche l’Europa. La Commissione ricorda ancora una volta all’Italia che i rifiuti «devono essere trattati prima di essere interrati e cioè devono subire processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero». L’Ue ha rilevato con un’indagine interna che nella discarica di Malagrotta (e forse anche in altre discariche laziali) « parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati». Non solo, la Commissione ha rilevato anche «che le autorità italiane non adottano misure sufficienti a ridurre i possibili effetti negativi sull’ambiente e gli eventuali rischi per la salute umana, come prescritto nella direttiva quadro sui rifiuti». Ed ecco il secondo “parere motivato” della Commissione a cui l’Italia dovrà rispondere entro due mesi.
L’ultima infrazione riguarda la normativa in materia di equipaggiamento marittimo di salvataggio, comunicazione e antincendio. Elementi preziosi per la sicurezza della navigazione. Nel 2010 la Commissione aggiorna le normativa ma l’Italia si “dimentica” di notificare le misure adottate per allinearsi alla direttiva. E così scatta la terza infrazione di maggio: Roma avrà tempo due mesi per informare la Commissione sulle misure adottate. Altrimenti la Commissione potrà rivolgersi alla Corte di giustizia europea.