Il BureauPolonia – Grecia, “risparmiare, risparmiare, risparmiare”

di Luca Riposati LA PARTITA Il tecnico greco costretto a fare i conti con il pareggio. Prima la decisione di giocare a tre punte, con i tedeschi gli hanno imposto di usarne una sola. Poi costretto ...

di Luca Riposati

LA PARTITA
Il tecnico greco costretto a fare i conti con il pareggio. Prima la decisione di giocare a tre punte, con i tedeschi gli hanno imposto di usarne una sola. Poi costretto al pareggio per non aver saputo capitalizzare proprio il rigore.
Comincia all’insegna degli sprechi questo Europeo. Ad esempio ogni giocatore greco ha la sua divisa personale, e sembra pure nuova, con le scarpette e tutto. Potevano riciclarne una di qualche parente ricco.
Al pronti-e-via il canovaccio del match è scritto: Polacchi alla carica di cavalleria, sospinti dalla tipica verve di chi è terrorizzato dalla figuraccia in casa. Grecia che non si schioda dalla propria metà campo – è palpabile il timore per pignoramenti coatti.
Già nei primi minuti, sterili polemiche dei greci sul pallone. Sostengono che i cani li potevano dare a loro da mangiare, invece che massacrarli per farci una palla. Passano i minuti, i polacchi tengono palla, palla che gli ellenici guardano con crescente brama.
Comunque le poche azioni imbastite dai greci sono palla a terra, perché si è saputo che se un pallone si perde in tribuna, lo ricompra la squadra che ce l’ha mandato.
Effettivamente un po’ di timore l’incutono i tifosi tedeschi in tribuna, che hanno guardato interessati ogni cosa, con la bavarola intorno al collo e le posate strette nei pugni.
Ad ogni rutto in tribuna fremito dei giocatori in campo: «ma che ci sono dei tedeschi?» chiedono i calciatori, alle panchine che provano a tranquillizzarli.
I polacchi per niente affatto compassati, come se sapessero del patto segreto che ne segnerà la sorte che li attende in caso di non vittoria di questo europeo: la spartizione tra Russia e Germania. Ma forse ormai si sono abituati all’idea. Di qui in avanti, l’obiettivo greco sarà: risparmiare, risparmiare, risparmiare, nessun investimento in fase offensiva e la speranza che a botte di rigore si «tiri innanzi». Per i polacchi continua la lotta per la sopravvivenza, ma di pareggi si muore.

LA SCENA MADRE
L’allenatore della Grecia, in piedi su una cassetta di frutta, da indicazioni alla squadra.

MAN OF THE MATCH
Karagounis che sbaglia il rigore, dando facili titoli ai giornali di domani e fornendoci una perfetta metafora della situazione economica.

RVSP
La triste scena in cui il bambino (la Grecia) indica su un bambolotto dove il mostro l’ha toccato (la Polonia, forte coi deboli).

X