Da mamma a mamma: Take it Easybaby!Quando la pazienza viene meno

Sto cominciando a scrivere adesso, sono le 19.00, è l’ora X, il momento della giornata in cui nonostante tutti i miei sforzi la mia pazienza viene definitivamente meno. Dopo le coccole sfrenate, l’...

Sto cominciando a scrivere adesso, sono le 19.00, è l’ora X, il momento della giornata in cui nonostante tutti i miei sforzi la mia pazienza viene definitivamente meno. Dopo le coccole sfrenate, l’ufficio, la mattina, le ore in coda in macchina, l’uscita di scuola, le merende da preparare, le e-mail di lavoro cancellate da Emma che non troverò mai più, la mia maglietta preferita piena di mocciolo, dopo una caduta a pelle d’orso nell’ingresso di casa, dopo le telefonate, dopo tutto: Fernet Branca.
Scusate, ci stava proprio bene.
Mi rifugio fra queste righe e queste lettere per trovare conforto, un momento tutto mio anche se sempre, non posso farci niente, dedicato a loro, i miei tre amori.
Dalla cucina arrivano le risate di Bernardo che intrattiene i bambini mentre mangiano la frittata, è venerdì sera e io sono stanca.
Stanca di fare finta che vada sempre tutto bene, che sia sempre tutto sotto controllo, stufa dei salti mortali, dei capricci, del ruolo che interpreto e che ormai è diventato tutto quello che sono.
Sono stanca, a pezzi, ma nonostante tutto sono felice, piena.
Che fatica arrivare fino ad oggi, che fatica arrivare ad avere tutto questo, che fatica spezzare il mio cuore in quattro.
Ripenso a quando ero io a essere una bambina che dava il primo bacio sulle note degli Snap senza avere la minima idea di come fare.
Ripenso alla prima volta in cui ho visto il mio primo amore correre per i corridoi del Parini, alla prima volta in discoteca, la gita scolastica in Grecia dove ho conosciuto la mia migliore amica Fiora, ripenso alla Michi e al vino bianco, alla Chiara al Raya.

Ripenso ai baci sotto le stelle di Panarea, alle risate, alle lacrime, alle delusioni, a tutto quello che è successo, sono davvero passati 15 anni? Mi sembra successo ieri, oggi, sento ancora i profumi, i rumori.
Mi accorgo di essere invecchiata dalle rughe che vedo comparire sulle foto da qualche tempo a questa parte.
Come faccio ad avere già 33 anni? Come è successo? Ho ancora in bocca il sapore delle M&M’s mentre guardavo Non è la Rai sdraiata sul divano dopo la scuola.
Allora guardavo la mia mamma con condiscendenza, con il distacco tipico degli adolescenti, la sua vita mi sembrava così facile. Un marito dottore, una figlia, una bella a casa a Milano, era la mia mamma, sempre presente, sempre vicina.
Mamma, mamma mia, a quante cose hai rinunciato per me? A chi e a cosa hai detto di no per darmi tutto quello che mi hai dato? Quello che per me è sempre stato ovvio, quanto ti è costato?
Io ora lo so mamma, lo so perché lo provo anche io. Non c’è bisogno che me lo spieghi.
So perché domani vuoi venire a vedere il saggio di Leonardo anche se non stai bene, so perché tutte le sere vuoi sentire la mia voce, so perché hai smesso di lavorare per starmi vicino, so perché a modo tuo ci sei sempre. Mamma, anche se non te l’ho mai detto, io lo so.

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