Dopo Merkel, Monti, Obama e Cameron, anche Putin snobba l’invito per Rio+20. Poco male, visto che Russia ed ambiente sono un binomio impossibile e che, vista l’assenza ed il disimpegno del grande rivale americano, era difficile pensare ad una partecipazione attiva dello zar. Lo schiaffo è per il Brasile che puntava su un impegno dei BRICS per compensare le grandi assenze. Il summit sull’ambiente dovrà accontentarsi dei comprimari Hillary Clinton, Medvedev e di Hollande, forte del suo successo alle ultime legislative. Sarà comunque la rassegna dei record con 150mila partecipanti e 170 paesi rappresentati con 115 capi stato e di governo. I lavori preliminari proseguono nel segno dei temi fondamentali: clima, deforestazione e tecnologia al servizio dell’ambiente mentre Dilma Rousseff si è scagliata contro l’Europa (anche lei sulla linea di Obama), che ha declinato l’invito sottolineando che l’ambiente non è un tema secondario o da aggiungere agli altri, ma un’occasione per creare crescita e partecipazione. Il portavoce brasiliano per Rio+20 ha dichiarato che il 25% del documento è già chiuso ma che ci sono altre trattative ben più complicate e nonostante la grande insistenza delle organizzazione non governative ed ambientaliste, sembra difficile strappare la promessa di una riduzione delle emissioni e di una sostituzione del petrolio che proprio in America Latina sta trovando terreno fertile nelle trivellazioni offshore in Brasile ed a Cuba che spera di sfruttarle per rimettere in sesto la propria economia. Purtroppo la cattiva notizia è che se c’era poco da aspettarsi dai paesi in crisi, neppure i BRICS, le potenze emergenti, considerano l’ambiente, un tema fondamentale e la stessa Rousseff ha fatto trapelare una certa sfiducia:”A Rio 1992 l’ambiente era un tema predominante, adesso abbiamo bisogno di un nuovo inizio…”. Si, ma con chi?
14 Giugno 2012