Come molti lettori di questo blog penso che l’Italia abbia un problema enorme nella giustizia civile (e penale) e che ci vorrebbe un sano e forte vento riformista sui temi delle libertà d’impresa e più in generale nel rapporto tra pubblico e privato. Per questo ieri leggendo “Le false prioritità del Paese – la direzione è sbagliata” di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi mi sono un po’ depresso per la confusione che viene fatta mischiando temi giustamente liberali su cui sollecitare il Governo (e la politica) e la bocciatura del “fare” infrastrutture.
La posizione “negativa” sulle infrastrutture, espressa sul Corriere della Sera, mi sembra ideologica e sbagliata nel merito per questi motivi:
1) chiunque è stato a fare un giro, per esempio, nella ricca, laboriosa e produttiva provincia emiliana sa che per andare da Guastalla a Reggio Emilia c’è una strada da Italia ai tempi de “il Sorpasso” (1962) e non da Europa 2012. E questo è solo un esempio perchè si potrebbe parlare della rete metroplitana di Milano e/o dei suoi aereoporti per stare alla mia città. Ci sono tantissime cose da fare utili sia alle imprese che ai privati per rendere la vita (e la produzione di beni e servizi) più facile.
2) i turisti nel “Bel Paese” vengono dal 700′ quando non c’erano quasi strade e c’era il colera, ma forse bisognerebbe vedere quello che gli altri Paesi a vocazione turistica fanno – oggi – per attrarre turisti. E tra le cose che vengono fatte ci sono senz’altro strade, porti, aereoporti, insomma tutto quello che nel mondo moderno serve a far muovere “la gente”.
3) le infrastutture (e l’immobiliare) sono attività labour intensive e dove la materia prima arriva da vicino (mattoni, cemento, ecc ecc) e non viene importata. In Italia il settore delle costruzioni è devastato dalla crisi bancaria e dal pessimismo cosmico in cui siamo immersi, dare un segnale contrario sulle infrasture non è solo utile ma necessario per rimettere in moto questa filiera.
Riformare la giustizia, liberalizzare, combattere il blocco conservatore e statalista è la priorità – a mio avviso – della nostra generazione . Essere contro il rilancio delle infrastrutture non solo non centra nulla, ma è semplicemente sbagliato. Completamente perchè con la gente disoccupata il liberismo non ha molto futuro come dimostrano le esperienze italiane e tedesche degli anni 30’…
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