AsterischiUn pallone gonfiato in cielo, quando la storia non incontra la letteratura

Si dice che la letteratura – specie quella immaginifica – preceda la storia, o che la storia stessa, si dice spesso oggi, sia persino più avanti della letteratura. Accadde col telefono cellulare d...

Si dice che la letteratura – specie quella immaginifica – preceda la storia, o che la storia stessa, si dice spesso oggi, sia persino più avanti della letteratura. Accadde col telefono cellulare di Philip K. Dick, o con la metropolitana di Emilio Salgari. Ma la storia della letteratura è intessuta di invenzioni che a vario titolo hanno profetizzato – si diceva una volta degli scrittori di fantascienza – il reale. Così il 4 giugno del 1783 i fratelli Montgolfier fecero innalzare in cielo il primo aerostato della storia per un volo di circa 2 km per 10 minuti. Insomma un sogno anelato – senza andare troppo lontano si pensi ad Icaro o al Sindbad del Le Mille e una notte fino a Le avventure del barone di Münchhausen pubblicate nel 1781 – ma rapidamente scaricato dalla letteratura.
La mongolfiera non stava particolarmente simpatica a nessuno. E non fatevi ingannare. Anche se la stragrande maggioranza delle copertine de Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne – l’epopea del viaggio con tutti i mezzi moderni – riporta la mongolfiera, si tratta di un falso, perché venne utilizzata in molti film che si ispirano al libro, ma non nel romanzo stesso. Verne ne aveva parlato diffusamente in Cinque settimane in pallone, volume di racconti pubblicato nel 1863 e ispirato alle imprese pionieristiche di Nadar, che lo stesso anno aveva costruito un pallone aerostatico, salvo poi constatare che il futuro dell’aeronautica sarebbe appartenuto a mezzi più pesanti dell’aria. Così l’autore francese, verosimilmente, escluse il pallone gonfiato dal Viaggio per il semplice motivo che risultava già superato, sebbene la pubblicazione del romanzo sia datata il medesimo anno della prima manifestazione pubblica dei Montgolfier.
La mongolfiera, a forza, è spogliata della veste di scoperta scientifica, e non fatevi incantare dai suoi palloni colorati. In letteratura non se la fila nessuno, almeno nel modo in cui lei vorrebbe, cioè facendosi descrivere elegante, acuta e veloce come l’aereo o il treno (magari il freccia rossa della Ferrovie dello Stato). Invece no. La mongolfiera è il sogno romantico di un tempo in cui le invenzioni non dovevano per forza servire a qualcosa, ma erano scale dell’immaginazione. Ce lo ricorda Italo Calvino ne Il Barone Rampante che fa volare Cosimo facendolo aggrappare ad una mongolfiera dell’aeronautica di passaggio fino a farlo sparire nel cielo, come ideale continuazione della promessa di non rimettere più piede sulla terra.
Poi certo, tanto per tornare sulla Terra, pensiamo alla vaga misoginia che si racchiude nel constatare che una donna può essere grassa quanto una mongolfiera. Offesa duplice si dirà, per una donna che grassa non dovrebbe immaginarsi e messa a paragone con un mezzo di trasporto che invece dovrebbe volare. Insomma, a terra donne!

Rosario Battiato

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