Partendo dal presupposto buonista che tutte le mamme fanno del loro meglio e quindi sono tutte belle e brave, bisogna anche ammettere che ce ne sono alcune più, diciamo, sul pezzo.
Come si fa a distinguere una mamma professionista da una, come me, costantemente sull’orlo di una crisi di nervi?
Semplicissimo, proponetele un bel week end fuori porta con bambini e marito al seguito e osservatela fare le valigie, capirete subito a cosa mi riferisco.
Tecnicamente la cosa è di una banalità quasi elementare, cosa c’è da portare?
Vediamo: due o tre cambi ciascuno, pannolini e tutto l’occorrente per il bagno, qualcosina da mangiare in macchina, giochini per intrattenerli, una macchina fotografica per immortalare le creature, il tuo miglior sorriso e via, il gioco è fatto!
Si certo…la realtà spesso è ben diversa, la mia lo è molto.
Parola d’ordine: ma si, questo lo prendo, non si mai.
Comincio col prendere mentalmente le misure del cofano della nostra macchina e già comincio demotivata: è piccolo, non ce la faremo mai a farci stare tutto.
Che poi, tutto cosa? Che la meta sia il mare o la montagna io porto tutto, è più forte di me. E quando dico tutto intendo proprio tutto: il kayak, gli sci anche ad agosto, tutto il guardaroba, il salvagente, i libri di cucina, gli stivali per la pioggia, le scarpe col tacco, il lettino di Emma, un’interprete italo-russa in carne ossa legata sul tetto della macchina.
In preda alla mia disorganizzazione, alla mia ansia da prestazione materna mi sento in dovere di trasformarmi in una lumaca con la casa legata sulla schiena.
Per non parlare delle medicine, dato che i miei bambini sono perennemente influenzati o peggio, le porte tutte.
Nei nostri beauty, perché ovviamente sono più di uno, manca solo la profilassi antimalarica anche se ho in programma di comprarla…non si sa mai.
Quando mio marito si trova davanti alla piramide di valigie, di sacchetti e di borse frigo, viene sempre colto da un moto di sconforto ma ormai ha smesso di chiedere, sarebbe solo fatica sprecata.
La cosa brutta è che in genere metto la giacca ai bambini e gli dico di aspettarmi all’ingresso venerdì sera ma poi siamo pronti per partire la domenica mattina…alle mamme professioniste questo non succede.
In compenso in casa facciamo un sacco di cose divertenti, se volete sapere come si fa a trasformare un guanto in una gallina chiedete a me.