Lezioni di TangoUruguay: il presidente offre casa sua ai barboni (per davvero)

L'Aquila, aprile 2009. Terremoto. Il Cavaliere offre le sue residenze agli sfollati. Persino Villa Certosa. Scrive il Corriere: «Due andranno in Sardegna, nella mia tenuta ci sono anche degli appar...

L’Aquila, aprile 2009. Terremoto. Il Cavaliere offre le sue residenze agli sfollati. Persino Villa Certosa. Scrive il Corriere: «Due andranno in Sardegna, nella mia tenuta ci sono anche degli appartamenti. Stiamo individuando le persone d’ intesa con Bertolaso. Almeno un’ altra andrà a Milano 2. O a Milano 3, anche lì in un appartamento. L’ importante è fare in modo che non sorga nessuna baraccopoli, e che il tempo di permanenza nelle tendopoli sia il minimo possibile. […] «Garantisco io. E soprattutto garantisco che non resterete qui a lungo».

Uruguay, giugno 2012. Nessuna catastrofe naturale. Il presidente Pepe Mujica destina il suo ‘Palazzo Chigi’ ai poveri e ai barboni del paese, facendo inserire il palazzo del Prado -la lussuosissima residenza che gli spetta come capo di stato – nella lista degli alloggi per i senza tetto di cui dispone il ministero dello Sviluppo Sociale.

Lo scorso 24 maggio, il mitico Pepe aveva già offerto ospitalità dalle intemperie a una madre e suo figlio nella ‘casa de Suárez y Reyes’, come è chiamata la residenza presidenziale del quartiere Prado di Montevideo. Il palazzo sarà adibito a dormitorio per clochard solamente nel caso in cui fossero esauriti tutti gli altri rifugi assegnati al ministero dello Sviluppo.

Il 21 giugno inizia l’inverno australe, ed è il momento in cui il ministero riceve ovviamente più richieste di aiuto da parte dei più bisognosi.

Come scrive Pangea News, “da quando ha assunto l’incarico un anno e mezzo fa, il presidente uruguaiano non ha mai smesso di vivere nell’umilissima fattoria in cui ha sempre trascorso i suoi giorni dopo il ritorno della democrazia nel paese – già, perchè prima che questo accadesse era impegnato nella clandestinità causa lotta armata, o in carcere per la stessa ragione.”

Mujica, presidente della ‘Svizzera del Sud America’, coltiva ancora il suo orticello organico e corre ancora gare d’auto classiche con il suo vecchio maggiolino blu.

Poco più di tre milioni di abitanti, l’Uruguay è un paesone in cui si conoscono in pratica tutti. Una grande città stato, o quasi – manco fosse la Atene di 2000 anni fa, affacciata però sul Rio de la Plata.

Una dimensione per cui è ancora possibile che il presidente-papà rimbrotti i giovani che delinquono e rubano come solo un grande vecchio del focolare domestico si può permettere. “Non siano coglioni, finirebbero come ratti in carcere.”

Parole che hanno destato più ammirazione che oltraggio, perché se c’è una cosa che i compañeros uruguaiani sanno, è che il Presidente non è mai cambiato. E’ rimasto uno di loro. Per davvero.

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