La meravigliosa Palermo è terminata. Nel modo migliore. Con una gita al museo facendo forca all’ultimo giorno di assemblea. Però giustificata. Poiché in (splendida) presenza del grande capo. Ma poi, in fin dei conti, non è mica vero. Siamo tornati in tempo per dare coraggio (lui) ed annotare (io) quanto necessario. Ma chi l’avrebbe mai detto che quattro giorni in Sicilia mi avrebbero fatto così bene? Perché mi ero dimenticata che nella vita bisogna credere in qualcosa? Forse perché mi ero persa. Da un paio d’anni. No no no, non è vero. Palermo è una città dove mi trasferirei volentieri. A tempo determinato, ma lo farei. L’ultimo giorno, dopo l’incredibile Cappella Palatina, un amico di mio marito è venuto a prendermi e mi ha portata nel (secondo) posto più bello del mondo. Quando si dice volersi bene. Capo Gallo è una punta sperduta dopo Mondello, che arrivarci è un miracolo: rigorosamente a piedi per stradine sterrate e ghiaiose, e poi scogli aguzzi e nemici. Ma io, capricorno, saltello qua e là sulle pietre a piedi nudi ed arrivo presto su quella striscia di mare azzurra che dopo poco diventa blu profondo, come un salto nel vuoto. Ovattato. Mi serve proprio quello. Un bel salto nel vuoto. Nel mio stile. E lo faccio. E siccome voglio proprio godermelo, mi metto persino la maschera per legare con gli animali che più invidio al mondo: i pesci. Loro nuotano, nel silenzio, accarezzati dall’acqua, morbida, dolce, quasi una carezza continua e costante. Amore. E quel senso di tanto che solo il mare può dare, tra estasi e timore. La montagna è diversa, è spazio nell’aria. E’ vento. E’ imponenza. E non invidio le capre ne gli stambecchi. Invidio l’uomo che la conquista. Mentre nel mare, nel mare ti muovi pesante ma leggero, fermato dalla massa d’acqua che rende ogni cosa lenta. Quel tuffo, nel blu dipinto di blu, è stato forse uno dei più belli della mia vita. L’acqua non fredda, ma fresca. Il sole e l’infinito davanti, le montagne e le certezze dietro le spalle.
Oggi sono a Firenze dopo aver passato due giorni al mare in Toscana con la famiglia al completo: nonni di ogni genere (mancavano solo mio padre e sua moglie), mariti, figli, zii. Metto tutto al plurale per far comprendere la complessità della situazione. Viola, la nostra mitica Viola, dai 15° con pioggia londinesi, sola con me, si è ritrovata al sole e 35° con tutta la family. E chi la riporta quella a Settembre a Londra? Glielo dite voi? Già mi vuole uccidere adesso, figurati cosa m’inventa quando la metto in primina. In Inglese. Con 15°. E pioggia. Ma non ci pensiamo ora, piuttosto, in quel mare nuotava senza braccioli che era una meraviglia. Sono sempre più convinta che la meta prosisma futura sarà un posto marino. L’altra notte ho sognato che nella mia vita ero sola e decidevo di andare a vivere in Cambogia da un mio amico che da un paio d’anni ci si è trasferito. La cosa mi piaceva moltissimo. Poi mi sono svegliata. Punto.
Stasera, dopo aver lasciato mio marito all’aeroporto che se ne torna a Londra tutto solo, sant’uomo, sono venuta a Firenze, ho chiamato un nostro amico comune appena sbarcato in Italia dopo 6 anni di Messico, e siamo andati a prenderci un gelato. Che bella la libertà. Il problema è quando ne hai troppa e devi gestirla. Perché sono sola sì, ma mica posso andare in Cambogia, o no? Però ai convegni sulla stampa e a cena fuori con le amiche, si.
ps: Tom Cruise s’è separato. Adesso mi credete?
Capo Gallo
Capo Gallo
Molto Moccia, orribile. E io, animo romantico, fotografo questi scempi. Ma il mio amico ne ha una più bella: “Mi manchi, ma fai schifo”. La voglio!
Firenze con la luna piena dietro gli Uffizi.
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