E’ il suo tempo che regala, nulla di più. Eppure non c’è dono migliore per i pazienti con cui trascorre un paio d’ore alla settimana nelle missioni di trasporto. “E’ in questo frangente che ho scoperto che stare a contatto con i pazienti è bellissimo. Chiacchierare con loro, cercare di rassicurarli… sembrano cose banali, ma a loro – la maggior parte sono anziani – dà una gioia immensa, e ci si sente veramente appagati. La verità è che finché non si prova a fare volontariato non si riesce a percepire fino in fondo quello che cerco di dire. Anche io, se non avessi provato, non avrei scoperto che aiutare chi ne ha bisogno potesse dare queste soddisfazioni”. Pare quasi il segreto della felicità.
A svelarmelo è Alessandro Gorio, classe ’92, da qualche settimana Soccorritore di Bresciasoccorso, ovvero operatore nelle ambulanze del 118. L’esame, ultimato con successo a metà Giugno, ha concluso un percorso iniziato a Febbraio con cadenza settimanale tra lezioni di pratica e teoria. “Le prime simulazioni – ricorda Alessandro – sono state quelle su un manichino: consistevano nel massaggio cardiaco su un fittizio paziente in arresto cardiocircolatorio. A fine marzo abbiamo fatto un esame intermedio, con lo scopo di verificare le conoscenze fin lì acquisite tramite una prova scritta e una pratica. I promossi sono diventati Volontari a tutti gli effetti. Questa prima parte è stata relativamente semplice e poco impegnativa. La seconda invece è stata sicuramente più complicata per gli argomenti difficili e specifici e le esercitazioni complesse e numerose”.
Un impegno non indifferente che rende la sua una storia di determinazione, coraggio e passione senza nulla di straordinario. O forse sì: avere vent’anni e desideri grandi, anche se tutto sembra nascere “da una chiacchierata con un’amica, quasi per caso”. “Ho sempre pensato al 118 come a un mondo affascinante e pieno di opportunità – racconta il neo Soccorritore – soprattutto per me che studio medicina. Ho deciso quindi di iscrivermi e di provare a vedere. Non avevo idea di quali persone avrei trovato, e sono stato piacevolmente sorpreso quando ho notato che la maggior parte degli iscritti fossero ragazzi! Giovani di ogni tipo e di ogni età: chi lavora, chi fa l’università (la maggior parte medicina), chi fa ancora il liceo. Ci sono ovviamente degli adulti, ma la percentuale è piuttosto bassa. Vedere così tanti ragazzi diversi uniti dallo scopo di aiutare altre persone mi ha spronato ancora di più ad andare avanti”.
Trovano il tempo per donarsi agli altri, loro i ragazzi di Bresciasoccorso. E non è questione di avere la coscienza a posto e nemmeno di sentirsi più bravi di altri. C’è in gioco un regalo ancora più grande: l’amore che riempie la vita. Tutto per un po’ di tempo che è poi in realtà “l’unica cosa che neppure la persona più riconoscente può restituire” (Seneca).