Il Governo italiano ha richiesto al FMI una valutazione tecnica sulle proposte di riforma contenute nella delega fiscale. Una missione tecnica del Dipartimento Affari Fiscali (Fiscal Affairs Department) inizierà i lavori il 12 luglio per terminarli il 27 luglio e analizzerà alcuni temi specifici di politica tributaria. Un rapporto sarà consegnato al Governo italiano in agosto.
Ci risiamo. Dopo la richiesta di monitoraggio arrivata nello scorso novembre, l’Italia chiede ancora aiuto al Fondo monetario internazionale. Questa volta lo fa in modo più dimesso, ma poco cambia. Se prima era un governo politico, quello di Silvio Berlusconi ormai giunto al suo capolinea, questa volta è un governo tecnico, guidato da Mario Monti, che domanda sostegno tecnico ai tecnici del Fmi. Tutto bene, quindi? Non proprio.
Nell’ultimo G20 Cannes Summit Final Compliance Report, cioè il sunto degli obiettivi raggiunti dall’Italia dopo il G20 che vide la fine di Berlusconi, si è sottolineato che l’Italia era ancora indietro sul consolidamento fiscale. «Malgrado abbia fatto progressi significativi nella realizzazione dei suoi impegni di policy – spiegavano Faiyyad Hosein e Krystel Montpetit – l’Italia non ha pienamente realizzato su base nazionale politiche differenziate per dare fiducia e aiutare la crescita né ha pienamente realizzato chiare, credibili e specifiche misure su base nazionale per raggiungere il consolidamento fiscale». E ora, anche dopo la spending review tanto attesa, Roma ha reso noto che in materia di politica tributaria non ce la fa da sola.
Sia chiaro, non è un monitoraggio. Quello del Fmi non è equiparabile al programma di sostegno, riforme e vigilanza che hanno sottoscritto Grecia, Irlanda e Portogallo. Si tratta però di un segnale importante della situazione in cui versa il Paese. Ci sono aree in cui nemmeno il governo Monti ha potuto. Meglio quindi affidare il compito a un esterno, che dovrà spiegare all’Italia in che modo agire per arginare gli sprechi e riformare anche il fisco. Pochi mesi fa scrivevamo che, in tema di riforme, o ci pensava Monti o ci avrebbe pensato il Fondo monetario internazionale. Detto, fatto?