Grazie alle parziali aperture della giunta militare al comando, l’orchestra sinfonica della Birmania ha potuto riunirsi e preparare un concerto. Da qualche settimana, sotto la guida del maestro giapponese Yoshikazu Fukumura, un gruppo di musicisti si è ritrovato per suonare Mozart e Bach. Prima delle ultime riforme, le stesse che hanno permesso ad Aung San Suu Kyi di abbandonare gli arresti domiciliari e di concorrere alle elezioni, l’orchestra nazionale poteva suonare solo canzoni scelte dall’esercito e l’inno nazionale. Un’imposizione che aveva tolto ogni vezzo artistico e creativo agli orchestrali birmani. Tuttavia ancora oggi chi non fa parte dell’orchestra (i cui componenti sono comunque da considerarsi fortunati viste le condizioni in cui vive la maggior parte dei birmani) ma si diletta a suonare uno strumento o a cantare deve stare attento a non proporre canzoni occidentali o che contengano nel testo parole come “libertà” o “democrazia” nonché frasi quali “stanza chiusa” o “casa buia” per non attirare l’attenzione sui numerosi prigionieri politici dello stato asiatico. Proprio per questo nel 2007 il cantante birmano Win Maw fu condannato a sette anni di carcere. La nuova opportunità concessa all’orchestra birmana ha dato nuova speranza ai musicisti, che si esibiranno in due concerti nel mese di luglio. Oltre alle imposizioni dovute a quasi cinquant’anni di dittatura militare, gli orchestrali negli ultimi anni hanno vissuto un vero e proprio fermo, dato che il loro mentore nel governo, il generale Khin Nyunt, era stato arrestato e incarcerato. Con la sua recente liberazione, l’orchestra può tornare a suonare e finalmente potranno riecheggiare anche a Rangoon le melodie dei grandi maestri della musica classica. “Non è stato facile riunire tutti i musicisti – ha detto Fukumura a un quotidiano giapponese – ma chi c’è si è dimostrato molto volenteroso. Da anni sognavano di provare insieme Mozart”.
Il maestro Fukumura con i musicisti birmani
Le prove dell’orchestra
Fonte delle foto : Asahi Shinbun
Post Scriptum
La denominazione Myanmar non è volutamente mai stata usata in questo articolo. Il nome Myanmar è stato imposto alla nazione nel 1989 dalla giunta militare salita al potere con il golpe del 1962. La stessa giunta che negli ultimi quarant’anni ha negato la libertà ai birmani e costretto loro in condizioni di vita sotto la soglia della povertà. E che dopo le presunte ultime aperture, costringe ancora al carcere circa trecento oppositori politici. Il governo italiano comunque non si è mai preoccupato di questo fatto e, forse per non dare un dispiacere ai capi della tirannia militare birmana, continua a usare il nome Myanmar. Anche per gli incontri ufficiali con Aung San Suu Kyi che da sempre si oppone a chi non utilizza il nome Birmania .
Il governo americano invece da sempre utilizza il nome Birmania nelle comunicazioni ufficiali.