Da mamma a mamma: Take it Easybaby!Ma gli uomini come fanno a resistere? Il sequel

Posso? Mai avrei detto che un post del genere avrebbe sollevato tanto interesse, sdegno, divertimento, polemiche, consensi, critiche e “Mi piace”. Credo di aver involontariamente aperto un vasone d...

Posso? Mai avrei detto che un post del genere avrebbe sollevato tanto interesse, sdegno, divertimento, polemiche, consensi, critiche e “Mi piace”.
Credo di aver involontariamente aperto un vasone di Pandora, pieno di uomini, mariti e papà, assetati di sangue e vendetta.
So che molti di quelli che mi hanno letto, non tutti per carità, si sono ritrovati nelle mie parole e hanno ripensato a tutte le discussioni e le liti senza capo né coda della loro vita che avrebbero potuto evitare e che soprattutto non hanno mai capito veramente.

Un vaso di Pandora che ospita anche, per mia fortuna, qualche donna un po’ autoironica.
E va bene, non parlo per tutte, parlo per me, la smetto…

Non è vero.

Mi hanno dato della qualunquista, di quella che “sminuisce il genere a causa della propria insicurezza”, mi hanno fatto i complimenti, mi hanno scritto persone che non conoscevo.
In questi due giorni onestamente mi sono arrovellata sul perché un argomento tanto banale abbia suscitato tanto clamore.
Ma dove si nasconde normalmente questo esercito di uomini bistrattati che si è levato al mio richiamo? Anni di soprusi da sindrome premestruale vi hanno ridotto al silenzio? O finora avete avuto paura che se foste stati voi, e non una donna, a dire quello che ho detto, sareste stati messi al bando e accusati di maschilismo?

Perché dire che spesso noi donne siamo vittime delle nostre stesse frustrazioni è tanto strano?
Ditemelo voi. Va bene la storia del QI, saremo anche più intelligenti e multitasking, ma dobbiamo anche imparare a prenderci un po’ meno sul serio.
Forse siamo già arrivate al punto di aver imbavagliato gli uomini e averli messi a tacere senza nemmeno essercene accorte.
Potrebbe essere, in effetti, che il genere maschile nel suo complesso (giusto per generalizzare ancora un po’) abbia talmente tante colpe nei nostri confronti che, a nessun portatore dei cromosomi XY, è più consentito fare pubblicamente commenti anche solo lievemente offensivi nei nostri confronti. Ed è proprio così, storicamente ci hanno trattato così tanto male che adesso non possono più rivendicare nulla. Non vorrei che per una storica abitudine ad essere e a fare le vittime nei rapporti di coppia ci stessimo trasformando in carnefici, senza neanche accorgercene.

Rimane il fatto che una parte di me non è affatto contenta che il mio post più letto della storia sia un pezzo dove critico il genere a cui appartengo, anche perché non era mia intenzione fare una critica sterile ma volevo e voglio porre l’accento sul fatto che forse dobbiamo ritrovarci, capirci e trovare il modo di parlare la stessa lingua, se un modo c’è.

Nel mio post precedente, ho solo scritto, in due parole, che spesso e volentieri le donne sanno essere assai petulanti – con l’età si peggiora molto – e che questo loro essere pesanti, (Solo io? Sicure?) quasi sempre, non da alcun valore aggiunto alla comunicazione uomo-donna.
L’ho scritto e lo sottoscrivo, se potessi a volte mi ficcherei da sola un tappo in bocca.
Se capita solo a me, se solo io molte volte scambio mio marito per il capro espiatorio di tutte le mie frustrazioni fatemelo sapere, significa che è davvero giunto il momento di farmi delle domande e di farmi dare delle risposte…serie, da uno bravo.
Questo non significa che non dobbiamo smettere di provare a parlarci, anche se non sempre la comunicazione va a buon fine. Sarebbe bello davvero se, come mi hanno scritto alcuni, fosse sufficiente volerlo, per fare andare bene le cose.

Stare insieme, parlarsi, richiede tempo, cura, affetto ma anche la consapevolezza che non sempre capirsi viene naturalmente e soprattutto che con il passare degli anni è necessario trovare del tempo da ritagliarsi in due, al solo scopo di parlare. Sbaglio?

Chi non ha figli probabilmente non sa nemmeno che cosa sto dicendo ma, vi assicuro, che con i bambini piccoli persino trovare il tempo per rivolgersi la parola è un’impresa.
A volte la vita, purtroppo più spesso di quanto vorremmo, ha il sopravvento su tutto, riesce a distruggere anche il castello di affetti che ci sembrava più saldo, semplicemente perché trascuriamo ciò che per abitudine o stanchezza abbiamo erroneamente deciso di dare per scontato.
È bello darsi per scontati, lo so. È stupendo, certe volte, alla sera, guardarsi negli occhi, sorridersi e con uno sguardo raccontarsi le fatiche di una giornata, sapere che tutto il tuo mondo è in quella stanza, è bello crollare addormentati nello stesso letto sapendo di aver lottato tutto il giorno per arrivare a quel momento. È stupefacente ricordarsi, tutti i giorni, che qualcuno ha scelto proprio te, te e nessun altra o altro.
È meraviglioso, ma non basta. Per stare insieme, per continuare ad amarsi, ci vuole di più, bisogna fare anche fatica, diciamocelo, come per tutte le altre cose.
Perché facciamo di tutto per trovare una persona da avere accanto per la vita e poi ci permettiamo il lusso di trascurarla? Di trattarla male?
Lo sappiamo tutti perché e le chiacchere qui stanno a zero.

È perché ci sbagliamo, perché siamo umani, uomini e donne, in questo tutti uguali, ugualissimi.
Forse la soluzione è davvero semplice.
Banale, banalissimo: impegno.
Forse, ma io non ci credo.
Per questo ci aggiungo sempre un po’ di sano senso dell’umorismo.
Non prendiamoci e non prendetemi troppo sul serio, non c’è tempo.

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