C’è del marcio ad Atene. Ma anche a Roma. E se la puzza è arrivata perfino negli Stati Uniti, significa che la situazione è grave. Il Tesoro americano ha comunicato che invierà in questa settimana, prima in Italia e poi in Grecia, Charles Collyns, Assistant Secretary for International Finance, e il suo team. Ufficialmente la visita sarà per discutere gli ultimi sviluppi economico-politici. Ufficiosamente, è invece facile immaginare i motivi: un eventuale supporto finanziario.
Fondo anti-spread, sostenibilità del debito, riforme strutturali, piano per la crescita, contagio dai singoli focolai di crisi. Nessuna conferma dal Tesoro italiano, ma le voci che rimbalzano sono molte. Collyns, esperto nella gestione delle criticità finanziarie con un passato nel Fondo monetario internazionale (Fmi), e il suo team parleranno coi tecnici del ministero di Vittorio Grilli, ma non solo. Sarebbero previsti anche incontri con lo staff del presidente del Consiglio Mario Monti. Massimo silenzio sull’agenda di Collyns, estremo riserbo su chi sarà presente agli incontri. Per ora c’è solo una certezza. Domani al Ministero dell’Economia ci sarà una riunione, organizzata da tempo, fra i funzionari del Tesoro e i maggiori operatori finanziari (Primary Dealer, ndr). L’obiettivo sarà quello di fare il punto sull’attuale situazione italiana sul mercato obbligazionario, anche dopo le ultime giornate, che hanno visto il rendimento del titolo di Stato decennale italiano salire ancora una volta oltre quota 6 per cento. Secondo indiscrezioni raccolte da Linkiesta da fonti bancarie, anche il team di Collyns sarà presente, anche se solo in qualità di uditore.
C’è poi Atene. Le indiscrezioni di Der Spiegel secondo cui il Fondo monetario internazionale non sarebbe più disposto a dare assistenza finanziaria alla Grecia hanno il sapore del ballon d’essai. Un test, insomma. Questo perché domani i tecnici del Fmi inizieranno la loro missione ad Atene e dovranno verificare l’andamento dei conti pubblici dopo la maxi ristrutturazione del debito sovrano detenuto dai creditori privati, avvenuta nello scorso marzo. I primi dati sullo stato delle finanze pubbliche sono catastrofici. Nonostante la ristrutturazione abbia coinvolto 206 miliardi di euro su 365 miliardi complessivi, il debito pubblico rimane oltre ogni limite. Come ha reso noto Eurostat, l’indebitamento di Atene è sceso a quota 132,4% del Pil nel primo trimestre 2012, in netto calo rispetto al 165,3% fatto segnare nell’ultimo trimestre 2011. In mezzo, tuttavia, è avvenuto il default ordinato della Grecia. E ancora non basta.
La missione del Tesoro americano non inizia sotto i migliori auspici, né per Roma né per Atene. L’incertezza degli investitori, complice il lassismo europeo, dopo aver travolto Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro, rischia di far saltare anche l’Italia. Meglio vederci chiaro, quindi, devono aver pensato i tecnici statunitensi. Sebbene si continui a dire che l’Italia è troppo grande per fallire, ma allo stesso tempo troppo grande per essere salvata, è meglio verificare dal vivo la situazione.