di GIULIANO GASPAROTTI e GUIDO FERRADINI – http://www.officinedemocratiche.it
Una nuova pellicola sta per essere proiettata. Il titolo è accattivante: “Il ritorno dei Dinosauri” ed il cast è d’eccezione, anche se Spielberg ed il mondo perduto questa volta non c’entrano. La produzione rilancerà il nostro cinema e manterrà redditi e lavoro altrimenti in bilico. Prevista una versione televisiva a puntate, trasmessa a reti unificate. D’altronde, la parentesi tecnica del professor Monti, in qualche modo deve essere chiusa. C’è la crisi economica, ma guai a parlare di crisi morale o di incapacità della classe dirigente. Le colpe, alla fine, sono tante: la globalizzazione (in Italia è il liberismo), e poi c’è l’Europa, gli speculatori, le mafie, l’effetto serra. Ed il populismo: specie quello di chi denuncia da anni privilegi e cattiva gestione di risorse pubbliche di quella che parte della stampa chiama “casta”. E ci si meraviglia per un foglietto, che potrà anche essere l’ennesima bufala, ma ricostruisce perfettamente le logiche spartitorie che governano i partiti, tutti, in Italia. Poco importa se c’è bisogno di competenze, o almeno Ministri che all’estero non “biascichino” l’inglese (ma a che servono le lingue, direte voi). Poco importa se c’è un’ondata popolare che chiede rinnovamento di metodi, idee, volti. Le ondate si sa, prima o poi si calmano e dopo il temporale, ritorna a splendere il sole. Il punto è: su che cosa? Sulle macerie di un’Italia immobile che perde competitività e rischia di disintegrare la propria spina dorsale economica fatta di piccole e medie imprese? Non è dato sapere. Meglio parlare degli attori protagonisti: Bersani premier, D’Alema agli esteri, la Bindi vicepremier, Veltroni (a sostituzione di Fini pare essere un vero capolavoro…) alla Camera, Casini alla Presidenza della Repubblica, Vendola in Parlamento con una pattuglia di generali che organizzeranno la corrente di sinistra del PD. Organigramma fatto, necessiterà di qualche piccolo ritocco ma il governissimo è pronto. Non che a destra si respiri un’aria differente: l’ipotesi di Alfano premier è durata una mezza giornata e la grande novità sarà la successione di Berlusconi a sé stesso. Anche perchè le leadership non si creano in 24 ore. Il nemico da sconfiggere stavolta accomuna proprio tutti. Molti penseranno a Grillo, in parte pericolo reale ma in parte possibile quinta colonna di un sistema inamovibile. Il nemico si chiama: primarie. Che verranno fatte senz’altro, per non avere alibi, ma all’ultimo momento, non riguarderanno i parlamentari, che si autonomineranno con pacchetti di preferenze precostituite in vent’anni di onorata carriera, e con regole tali da rendere il risultato il più pilotato possibile. Questa la trama del film, non si sa se scritto da Dario Argento. Certo, sarebbe divertente se le primarie si trasformassero da incidente di un percorso già deciso, in un accidente, per coloro che già hanno iniziato a scegliere tappezzerie e mobilia dei nuovi uffici. I tempi sono davvero cambiati e gli accordi a tavolino nelle segrete stanze non reggono più: Siena, come esempio, è evidente. La sceneggiatura dovrebbe, quindi, cominciare dalla prossima Assemblea Nazionale PD: partecipazione popolare ed un sottofondo musicale che potrebbe essere “the battle” di Zimmer, un altro sempreverde…