L’ultima tranche di esperti è sbarcata il 23 agosto a Kampala, capitale dell’Uganda. Si tratta di due team italiani di addestratori M&IEDA (Mines and IED awarness, ovvero prevenzione contro mine e ordigni improvvisati) e CLS (Combat Life Saving). Il loro compito sarà quello di preparare 500 reclute somale al contrasto delle bombe artigianali e alle tecniche di primo soccorso sul campo.
Accolti dal comandante della missione, il colonnello Micheal Beary, dell’esercito irlandese, i militari italiani hanno ricevuto l’induction training (ovvero l’infarinatura con tutte le conoscenze necessarie ad operare in loco) e saranno presto operativi presso il campo di addestramento di Bihanga, circa 250 km ovest di Kampala, dove contribuiranno all’addestramento di oltre 500 soldati delle forze di sicurezza somale.
Il loro lavoro rientra nel contributo italiano alla EUTM Somalia, acronimo per la European Union Training Mission to contribute to the training of Somali security forces. La missione, istituita dall’Unione Europea nel 2010, si colloca nell’ambito delle attività afferenti alla Common Security and Defense Policy, e si è rivelata importante per il suo contributo alla stabilizzazione della Somalia, dove lo scorso 20 agosto sono stati eletti 215 nuovi membri parlamentari.
Tra le iniziative assunte dalla comunità internazionale per la stabilizzazione del Corno d’Africa, e in particolare per quanto riguarda la situazione della Somalia e le relative implicazioni a livello regionale, nel gennaio 2010 il Consiglio Europeo ha approvato anche l’invio di una missione militare per contribuire all’addestramento delle forze di sicurezza somale.
La missione, è schierata in Uganda, con il quartier generale (MHQ) presso la capitale Kampala, una base addestrativa (Training Camp) a Bihanga (250 km a ovest di Kampala) ed un ufficio di collegamento a Nairobi, in Kenia.
Con l’arrivo dei due team di specialisti italiani in teatro sale a 10 uomini il contributo nazionale alla missione per la stabilizzazione del Corno d’Africa.
Nello specifico, il compito degli specialisti italiani sarà quello di fornire alle reclute somale conoscenze e tecniche utili a contrastare la minaccia delle mine e degli ordigni esplosivi improvvisati (i temibili IED, responsabili anche di una percentuale sempre più consistente delle vittime Nato in Afghanistan) unitamente a nozioni di primo soccorso tattico sul campo di battaglia (Combat Life Saving).