■ Chi è Dan Pink?
Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Dan Pink, noto studioso ed esperto di motivazione, particolarmente conosciuto per il suo TED talk “La sorprendente scienza della motivazione”.
In primo luogo abbiamo chiesto a Dan come è nato il suo progetto Office Hours: Dan ci ha rivelato che aveva quest’idea da molto tempo, ovvero quella di immaginare che anche persone interessanti in diversi ambiti abbiano le “ore di ricevimento”, come i professori, durante le quali le persone potessero fare domande e conversare su diversi argomenti. Il progetto ha avuto un grande successo, e con un costo praticamente nullo è arrivato ad essere una vera e propria trasmissione radiofonica disponibile in tutto il mondo.
In secondo luogo abbiamo chiesto quali siano le migliori strategie per far sì che le persone sentano ancora di avere uno scopo, nel momento in cui molte attività da colletti bianchi verranno automatizzate, così come in passato sono state automatizzate le attività dei colletti blu. Dan ha messo in discussione la premessa di questa domanda: c’è una nozione in economia, chiamata “fallacia del grumo del lavoro”, secondo la quale esite un certo numero di posti di lavoro. Quando uno di questi posti di lavoro viene perso a causa dell’automazione o dello spostamento degli impianti in un altro paese, si presuppone che qualcuno ne abbia a soffrire. Questo tuttavia è dimostratamente falso, anche e soprattutto perché il panorama è cambiato moltissimo negli ultimi anni.
Un’altra domanda che abbiamo fatto riguarda la natura della motivazione, ovvero se questa sia causata da un bisogno di tenere il passo con le aspettative altrui oppure è generata da una spinta interna. Secondo Dan la motivazione ha diversi motori: alcuni sono biologici, altri riguardano punizioni e ricompense, che costituiscono una grande parte della nostra natura. C’è da dire che sarebbe necessario riconoscere il fatto che gli esseri umani sono motivati a fare certe cose anche semplicemente perché sono interessanti, perché ci importano e sono rilevanti nel mondo.
Alcune tra le barriere più rilevanti quando si tratta di implementare i risultati di questo genere di ricerca nelle aziende sono costituite dal fatto che alcuni tipi di motivatori possono avere ottimi risultati nel breve termine, anche se provocano molti danni collaterali nel lungo termine. Un’altra grande barriera è quella dell’abitudine: certe strutture sono talmente radicate da rendere difficile un cambiamento, per quanto esso sia documentato.
Infine abbiamo chiesto a Dan se ci sono nuovi studi che sta analizzando e che condividerà in futuro: ci ha rivelato che fondamentalmente troviamo sempre nuove conferme di quel che è stato trovato finora, che evidenziano come la motivazione sia più complessa, più complicata e per certi versi più nobile di quanto vogliamo ammettere. Gli esseri umani sono creature interessanti, che non fanno cose solo per sopravvivere, ma anche per ragioni più profonde e più alte. Non bisogna dimenticarlo, perché in caso contrario faremmo un grande torto a noi stessi e al mondo, costringendo certi talenti a rimanere nascosti.
Naturalmente invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!