Lo scorso 10 settembre il Comitato esecutivo della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, ha stilato la lista delle sostanze proibite per gli sportivi in vigore a partire dal 1° gennaio 2013. La lista è lunga e particolareggiata (come pubblicato sul sito web dell’agenzia) ma allo stesso tempo un po’ confusionaria. Alcune sostanze, per esempio, sono doping in alcuni sport ma permessi in altri.
Come i betabloccanti, che sono stati concepiti per migliorare la vita ai malati di cuore ma hanno trovato poi un uso truffaldino.
Le Federazioni internazionali di 5 discipline sportive (bowling, motonautica, aeronautica, bocce e bridge) hanno chiesto alla Wada di permettere ai loro praticanti di usare quelle sostanze. E l’agenzia ha accettato.
Tra i siti web che hanno parlato dell’argomento c’è anche Swim4Life, con un articolo in cui Paco Clienti ha spiegato il motivo del continuo adeguamento della lista Wada: «L’attività dell’antidoping deve quindi per forza di cose aggiornarsi continuamente e forse, visto l’avanzamento velocissimo del progresso del doping, la cadenza annuale con la quale la Wada emana l’elenco aggiornato delle sostanze e metodi proibiti, è anche insufficiente per stare al passo. Sicuramente oltre all’intensificazione dei controlli antidoping e l’ampliamento delle sostanze e metodi proibiti che emerge dagli studi fatti su casi specifici, andrebbero probabilmente sensibilizzati maggiormente gli atleti e gli allenatori sulle cause e gli effetti del doping».
Un problema possibile, però, è che se quella lista diventa troppo ballerina e incostante ci potranno essere ricorsi, cause lunghe anni, processi sportivi infiniti. Insomma, poca chiarezza. Con il rischio che gli appassionati si disamorino.
Cosa succederebbe, per esempio, se un giocatore di bridge usasse un betabloccante (lecito nel suo sport) e dopo pochi giorni partecipasse a una gara di tiro al bersaglio (dove quel farmaco è considerato dopante) e la sostanza venisse rilevata? Come minimo ne risulterebbe una disputa legale.
Qualche informazione su cosa siano i betabloccanti la si può trovare nella Wikipedia. In estrema sintesi, la loro azione è di ridurre l’ipertensione, e quindi di indurre uno stato di calma. Se però si smette di utilizzarli, producono una sorta di rimbalzo di ipertensione – a causa del quale l’atleta, che prima di doparsi era sano, diventa iperteso come e più di un malato.
Una cosa brutta.