“Huffington Post Italia è l’unica iniziativa innovativa e l’unica occasione di assunzione di 10 giornalisti avvenuta in Italia quest’anno. Innovazione e investimenti e creazione di posti di lavoro”. Così ha risposto ieri su Repubblica Carlo De Benedetti al Comitato di Redazione che gli contestava limitata coerenza tra dichiarazioni e comportamenti. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, l’editore del Gruppo Espresso aveva dichiarato che «è la creazione di lavoro la priorità che abbiamo davanti, sarebbero guai se ci attardassimo a combattere con gli occhi rivolti al passato. Se pensassimo che competitività e produzione si difendono con un’anacronistica battaglia sulla riduzione dei costi o sull’alleggerimento del welfare».
Naturalmente il CdR prende spunto dalla dichiarazione di De Benedetti per augurarsi che “alle parole del suo editore facciano seguito comportamenti conseguenti da parte dell’Azienda, e che esse possano segnare un nuovo inizio nelle relazioni tra Redazione e Gruppo”. In gioco, come si legge nel comunicato del CdR, ci sono “qualità e futuro dopo un lungo periodo di crisi segnato da prepensionamenti, riduzione del personale, inadeguatezza degli strumenti”.
“L’arrivo dell’Huffington Post in Italia sarà quello che gli americani chiamano un “game-changer”, ovvero un fatto destinato a cambiare le regole del gioco”, così Riccardo Luna in un’analisi di oggi sul Post. Neanche a dirlo, quella che lui chiama “la rivoluzione Annunziata” dovrebbe insidiare proprio la carta stampata. Finita l’epoca del sito web come supporto del giornale, l’HuffPost Italia, secondo Luna, ha le carte in regola per smontare il giocattolo della carta stampata risolvendo al contempo il problema del “profondo rosso” dei conti dei suoi editori.
Se l’analisi di Luna è corretta, ma un leggero dubbio l’avevo avuto anch’io, i 10 posti di lavoro promessi da De Benedetti devono suonare addirittura beffardi per il CdR di Repubblica. Infatti, l’aspetto peculiare e innovativo che importiamo dall’Huffington Post “originale” è la quantità di blogger che contribuiscono – gratuitamente – alla produzione del giornale online. Proprio con un articolo su Repubblica, ieri l’Annunziata ha fatto sapere che “Duecento persone (189, per la precisione, in questo momento) hanno accettato di tenere un blog per noi, l’Huffington Post Italia”. E continua, “Hanno accettato prima ancora di vederci all’opera, e di poter giudicare il lavoro che faremo. Un atto di incredibile fiducia”.
Duecento firme che scriveranno gratuitamente per l’editore del Gruppo Espresso sono l’esito di quella “Repubblica delle Idee” che si è riunita a Bologna l’estate scorsa, con Enel come sponsor unico. Le firme, secondo l’Annunziata, sono anche il “risultato della condivisione di un’idea: che è maturo il tempo per aprire uno spazio pubblico di confronto e scontro che includa la massima diversità — di opinioni politiche, di status sociale, di genere, di classe, di fede”.
Il pensiero, naturalmente, va al CdR di Repubblica. Sulla “massima diversità” e lo “spazio pubblico di confronto e scontro”, noi che siamo osservatori aspettiamo fiduciosi di vedere all’opera l’Huffington Post Italia. Da domani.