Altro Che SportIs Arenas è uno stadio di calcio, ma ci si scontrano le istituzioni

  Domenica 23 settembre, nello stadio di calcio Is Arenas di Quarti S. Elena, doveva giocarsi la partita di serie A tra Cagliari e Roma. Non si è giocata, e quindi il Cagliari ha perso la partita 0...

Domenica 23 settembre, nello stadio di calcio Is Arenas di Quarti S. Elena, doveva giocarsi la partita di serie A tra Cagliari e Roma. Non si è giocata, e quindi il Cagliari ha perso la partita 0-3 a tavolino.
Il motivo della partita mancata è che la prefettura di Cagliari ha giudicato inagibile il campo. Il viceprefetto, Caterina Bellantoni, ha detto a Francesco Veluzzi per la Gazzetta dello Sport del 24 settembre: «Mancano molte dichiarazioni [di agibilità], ci sono problemi con le norme antincendio, non c’è la main stand». In quelle condizioni, non era possibile permettere l’ingresso del pubblico.
Secondo il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, lo stadio invece è sicuro perché alcuni ingegneri che lavorano per la società gli hanno detto che lo è. E quindi lui ha invitato i tifosi allo stadio, mettendosi contro un organo dello Stato.
Chi ha ragione?

Va detto che a Is Arenas il Cagliari ha già disputato una partita del campionato di Serie A in corso: lo scorso 2 settembre, con l’Atalanta. In quell’occasione, però, si giocò a porte chiuse.
Il 13 settembre, in vista della partita con la Roma, la società era stata però autorizzata (dice la Gazza) a mettere in vendita i biglietti – anche se non tutti perché nello stadio sono ancora in corso dei lavori: su 16˙200 posti che saranno a regime, in vendita ce n’erano 12˙500.
Il 19 settembre la prefettura ha deliberato che la partita si poteva giocare, ma con le stesse modalità di quella precedente, cioè a porte chiuse. Due giorni prima, il 17 settembre, un’apposita Commissione aveva infatti eseguito un sopralluogo a Is Arenas e verificato che i lavori in corso non consentivano l’ingresso in sicurezza di una folla.

Qualche informazione sullo stadio Is Arenas si può trovare nella Wikipedia. La struttura è stata potenziata una trentina d’anni fa con una tribuna in muratura e una pista d’atletica, e ospitava le due società di calcio di Quartu S. Elena. Il Cagliari ha deciso di spostare lì la propria sede di gioco dopo anni di litigi con il Comune di Cagliari per l’utilizzo dello stadio locale, il S. Elia, e siccome la struttura non era sufficiente ha deciso di costruire altre tribune, non in muratura bensì con strutture tubolari, fino a una capienza di 16˙200 posti aumentabili a 18˙000. Il costo di tali opere è di 1,5 milioni di euro, cui vanno ad aggiungersi 30˙000 euro l’anno per 3 anni (fino al termine del campionato 2014-2015) a titolo di affitto per il Comune di Quartu.

A prima vista il presidente Cellino ha molti torti, accentuati dal fatto che negli ultimi mesi ha litigato con molti soggetti. Innanzitutto col Comune di Cagliari, tanto che nello scorso campionato ha fatto giocare in Sardegna soltanto 11 partite di campionato sulle 19 cui aveva diritto. Per le altre si è spostato a Trieste, che non è propriamente sotto casa per gli abbonati sardi che volevano seguire la squadra. Poi ha litigato con gli ambientalisti del Wwf, che hanno preso provvedimenti legali contro la ristrutturazione di Is Arenas perché convinti che vada a danneggiare il parco naturale di Molentargius posto nelle vicinanze. Poi ha litigato con il sindacato dei poliziotti Siap, preoccupato per i modi di garantire la sicurezza a uno stadio che non si trova in un grande centro abitato.
Insomma, il prepotente sembra lui.

D’altra parte litigare con il prefetto è come litigare con lo Stato. Va bene avere ambizioni e orgoglio, ma ciò non autorizza a ignorare le convenzioni del vivere civile. Se lo stadio è un cantiere, farvi entrare migliaia di persone significa mettere a repentaglio la salute pubblica. E non possono esser alcuni ingegneri pagati dalla società di calcio, e quindi non neutrali, a stabilire se l’agibilità c’è o no.
Il prepotente continua a sembrare il presidente Cellino.

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