■ Chi è Matteo Berlucchi?
Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Matteo Berlucchi, (attualmente ex) CEO del noto social network dedicato alla lettura, aNobii.com. Dall’editoria digitale fino ai nuovi modelli di business di aNobii, Matteo ci ha spiegato la sua visione riguardo al futuro della fruizione dei contenuti.
In primo luogo abbiamo chiesto quali siano i numeri della vendita di libri di carta da quando c’è il digitale, e in particolare se i numeri reggono ancora oppure si sta andando sempre più verso un panorama digitale di fruizione dei contenuti: i dati variano a seconda del paese in base a una serie di parametri, ma il più importante è senz’altro la presenza o meno di Amazon con la piattaforma Kindle su quel particolare mercato. Dove c’è Amazon con Kindle, spiega Matteo, i numeri vanno rapidamente alle stelle, anche perché Amazon ha una capacità di fuoco di marketing molto maggiore rispetto a qualsiasi altro competitor.
L’appetito per la lettura digitale c’è eccome, dunque, ma ci deve essere un ecosistema che consenta al lettore di trovare un catalogo di libri digitali sufficientemente fornito, la possibilità di comprare i libri in maniera user friendly, e infine avere delle piattaforme di lettura che consentano di leggere in modo piacevole e non intrusivo.
Un’altra domanda che abbiamo fatto a Matteo riguarda le modifiche subite da aNobii nel corso del tempo, e le motivazioni che le hanno causate. Matteo distingue aNobii in due fasi: durante la prima fase la piattaforma si è evoluta in modo puramente crowdsourced. Il fondatore Greg Sung ha creato un sito in cui le nuove features venivano scelte dagli utenti; aNobii 2, oltre a questo aspetto che verrà senz’altro mantenuto e sviluppato, anche l’obiettivo di offrire una piattaforma di scoperta dei libri, anche per i lettori meno interessati a mantenere una libreria digitale.
Abbiamo chiesto in quale modo un autore o un editore potrebbe sfruttare una piattaforma come aNobii: l’idea di base è che diventi una specie di caffè letterario, un punto di incontro tra editori, scrittori, pittori, e quindi tra contenuti, recensioni, libri e librerie. Così come un utente può creare una libreria, così anche un editore o un autore può farlo, mettendo così in evidenza i propri contenuti in modo nuovo.
Un’altra domanda fatta a Matteo rigurda l’approccio che l’editoria dovrebbe avere verso il digitale: a suo avviso l’editoria deve posizionarsi in modo molto semplice, ovvero come intermediario tra lo scrittore e il lettore. Gli editori dovrebbero quindi pensare in questo modo, non vedersi come procacciatori di copyright da spremere per ottenere ritorni maggiori in termini economici.
Abbiamo chiesto a Matteo se vede la lettura su ebook più adatta alle letture per piacere o per studio: secondo lui è perfetta per entrambi gli usi, e sicuramente sono perfetti per lo studio. Si evita infatti di portare libri fisici molto pesanti, e di spendere soldi su volumi che alla fine dei corso vanno al macero.
Matteo ha spiegato anche quali saranno le evoluzioni nel mondo ebook, considerando anche la strategia di aNobii, e ci ha rivelato che sarà possibile acquistare i libri attraverso la piattaforma stessa: non creeranno un negozio, non ci sarà un negozio aNobii, né una classifica dei libri più venduti oppure offerte speciali, ma ci saranno i link ai negozi dove sarà possibile comprarli.
Il modello di business di aNobii dunque si basa sulla vendita di ebooks, anche perché Matteo non crede sia possibile implementare in questo caso un modello alla Spotify, con subscription mensili. Il modello economico intorno egli ebook è molto complicato e non si presta né all’affitto né alla sottoscrizione mensile.
Infine abbiamo chiesto se ci sono prospettive per iniziative di promozione della lettura, sfruttando l’enorme community online della piattaforma aNobii: secondo Matteo sarebbe un’idea molto interessante ma difficile da strutturare a partire dal team stesso, che è molto ridotto. Quel che è possibile fare è dare la possibilità alle persone che hanno interesse a organizzare questo tipo di iniziative sulle piattaforma, e promuoverle nel modo più adeguato.
La cosa importante non è che gli utenti comprino libri da aNobii, ma che compri libri in più posti possibile: se tutti comprano i libri in un posto solo, infatti, si viene a creare un monopolio che non è salutare per nessuno. In Inghilterra, ad esempio, l’incredibile popolarità di Amazon sta contestualmente causando la chiusura di numerosi negozi di libri.
Naturalmente invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!