Il Vaticano è patriottico. Tanto che lo Ior, la banca della Santa Sede, investe in titoli di Stato italiani e spagnoli, ma anche nelle aziende farmaceutiche svizzere, tradizionalmente anticicliche. Niente valute emergenti, niente titoli cinesi, nessun strumento derivato. Secondo quanto dicono a Linkiesta alcune fonti, su una gestione patrimoniale di un cliente, che ammonta a 400mila euro, il grosso è impiegato, per l’appunto, nel debito sovrano europeo e in pochi grandi big farmaceutici, che non riservano sorprese. D’altronde, dietro alle spesse mura del Torrione Niccolò V le sorprese sono sgradite: i soldi si depositano per nasconderli, non certo per farli fruttare. In altre parole per bloccarli. Accettando di buon grado, quindi, che l’allocazione degli attivi sia inefficiente.
19 Ottobre 2012