Il ministro Barca ci aveva già provato, senza successo, con l’ex titolare degli Affari Regionali Raffaele Fitto. Stavolta gli è andata bene: l’Agenzia per gestire i fondi europei si farà. All’art. 11 della Legge di stabilità 2013, licenziata qualche giorno fa dal Governo, si legge infatti:
1. È istituita l’Agenzia per la Coesione, sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Ministro da lui delegato alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze […]. In particolare l’Agenzia: […] d) provvede alle iniziative in materia di utilizzazione dei fondi strutturali comunitari, partecipa ai processi di definizione delle relative politiche e vigila, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche interessate, sull’attuazione dei programmi e realizzazione dei progetti che utilizzano fondi strutturali comunitari;
Addio dunque al Dipartimento per la coesione economica, che dipende dal dicastero guidato da Corrado Passera, e via libera all’Agenzia. Peccato che, nel 2001, era stato lo stesso Barca, da capo del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del ministero dell’Economia, a creare la struttura che oggi da ministro è finalmente riuscito a depennare. Ammettendo, di fatto, il suo fallimento da dirigente nell’organizzare la struttura.
Secondo i critici si tratta di una mossa puramente elettorale. Per alcune ragioni: 1) i dipendenti del dipartimento potranno scegliere di essere trasferiti all’Agenzia, ma non è detto che lo faranno. Pioggia di ricorsi in arrivo 2) Il personale previsto è di 250 unità, ma non c’è copertura finanziaria per fare nuove assunzioni 3) l’iter è piuttosto complesso: è necessario nominare un commissario straordinario a livello parlamentare facente le veci di capo dipartimento in attesa dei regolamenti di funzionamento della struttura 4) perché creare una nuova struttura quando si poteva razionalizzare e formare meglio il personale esistente? All’epoca di Fitto, l’Agenzia era stata bocciata dalla Ragioneria generale dello Stato. Ieri Barca era a Bruxelles per un’audizione al Parlamento europeo, e secondo i bene informati ha portato avanti l’idea dell’Agenzia, accolta con un certo scetticismo dagli euroburocrati.