Altro Che SportIl basket si evolve, e non si fanno più canestri

  Nel basket moderno non si segna più. In quasi tutti i campionati europei terminati nel 2012, i capocannonieri non sono andati oltre i 20 punti di media a partita e molte squadre hanno fatto fatic...

Nel basket moderno non si segna più. In quasi tutti i campionati europei terminati nel 2012, i capocannonieri non sono andati oltre i 20 punti di media a partita e molte squadre hanno fatto fatica a superare gli 80 punti segnati.
Secondo Dan Peterson (che ne ha scritto per la Gazzetta dello Sport dello scorso 29 settembre) il motivo è semplice: le difese sono migliorate tantissimo, a scapito degli attacchi. La sua conclusione è che: «Una vecchia legge dice che nel basket, se fai canestro, ti danno 2 punti. Anche 3». Ma la conclusione degli allenatori contemporanei sembra diversa: se non fai fare canestro agli avversari, subisci 2 punti in meno. Anche 3.

Peterson parla da ex allenatore (15 stagioni in panchina in Italia con 6 scudetti e 1 Coppa dei Campioni, fonte Wikipedia) in tempi in cui le squadre segnavano in media più di 100 punti a partita.
Una ricerca statistica in tal senso l’ha condotta Paolo Bartezzaghi per la Gazza dello stesso 29 settembre, e risulta che Pesaro fu la squadra più prolifica del campionato 1990/1991 con 100,1 punti di media, davanti ad altre 8 squadre che superarono i 90 punti di media. Nel campionato 2011/2012 l’attacco migliore è stato di Siena, con 82,5 punti di media e una media complessiva delle 17 squadre di 76,7.
Dal punto di vista individuale, Oscar fu il capocannoniere del campionato 1991/1992 con 38,6 punti a partita, mentre l’anno scorso a segnare più punti è stato Andre Smith con 18,4, meno della metà! Il fenomeno però non è soltanto italiano: nel 2012 il capocannoniere della Acb spagnola è stato Andy Panko con 18,6 punti di media, in Grecia è stato Nestoras Kommatos con 20,4 e in Russia Davon Jefferson con 20,3.

Per limitare o invertire questo trend i dirigenti del basket di tutto il mondo, a cominciare da quelli della Nba, sono intervenuti pesantemente sul regolamento del basket. Così anche in Europa nel 1984 è arrivato il tiro da 3 punti, con lo scopo di consentire agli attaccanti di segnare di più, e nel 2001 il limite di 24 secondi per possesso palla, con lo scopo di impedire ai difensori di nascondere il pallone agli avversari e quindi aumentare il numero di possibilità di far canestro.
La risposta del campo, però, è stata impietosa: oggi si gioca un basket molto più veloce ma molto meno preciso. Nel tiro da 2 l’ultimo anno in cui si è andati oltre il 60% di media è stato il 2000, poi si è precipitati fino al 52,2% della media generale del 2012, e nel tiro da 3 Cantù nel 2012 è stata la squadra miglior con il 38,2% mentre in precedenza si era sempre andati, tranne che nel 2000, oltre il 40%.

Cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza? L’idea di Dan Peterson è che si dovrebbero ingaggiare attaccanti migliori. A questo proposito però c’è un problema: le franchigie Nba sono aumentate da 23 che erano negli anni ’80 alle 30 odierne, e quindi non sono più le squadre europee che ingaggiano gli americani bensì il contrario, sono le squadre americane che importano i migliori europei.

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