La palla l’ha alzata a inizio settimana il Corriere della Sera: l’Inpdap, l’istituto previdenziale dei dipendenti della pubblica amministrazione oggi accorpato all’Inps, porterà in dote all’istituto guidato da Antonio Mastrapasqua un debito di 10,2 miliardi di euro oltre a 5,8 miliardi di passivo per il 2012. Non solo aumentando da 2 a 8,8 miliardi il rosso dell’Inps, ma riducendone anche da 41 a 25 miliardi il patrimonio. Come mai? Per il blocco del turnover ma soprattutto perché lo Stato avrebbe evaso i contributi che avrebbe dovuto versare prima alla Ctps (Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato) e all’Inpdap dal ’96 in poi.
Davanti alla Commissione parlamentare di controllo degli enti previdenziali, il ministro Fornero ha detto: «Si tratta di una polemica infondata, anche perchè il disavanzo dell’Inpdap non è certo una novità». E in effetti, basta una ricerca veloce su Google e si scopre, ad esempio, che nel marzo del 1998 l’ente aveva già utilizzato il 43% dello stanziamento per l’intero anno. Il presidente della Commissione, Giorgio Jannone (Pdl), dice a Linkiesta: «Il Governo ci deve spiegare dove troverà i fondi per coprire questo disavanzo».
Domani si riunirà il consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, per esaminare la situazione contabile e patrimoniale dell’ente. Una delle raccomandazioni principali, secondo quanto rivelano fonti autorevoli a Linkiesta, sarà il cambiamento del meccanismo di registrazione in bilancio in base al quale l’accertato avveniva su quanto effettivamente riscosso. Detta in altre parole: dalla riforma Dini del 1996 al 2007 non c’è stato alcun controllo sui contributi dovuti allo Stato dallo Stato ai propri dipendenti. Tanto, quando le uscite superavano le entrate, lo Stato ci metteva una pezza attraverso la cosiddetta Gias, cioè i trasferimenti a sostegno della gestione assistenziale, che nel 2011 sono stati pari a 83 miliardi di euro (-243 milioni rispetto al 2010). Peccato che lo scorso aprile il Governo abbia tagliato la Gias di oltre 3 miliardi di euro.
Qualcosa cambia nel 2008, quando diventa pienamente operativa la Denuncia mensile analitica (Dma), che fornisce all’Inps «tutte quelle informazioni che permettono la costituzione e il tempestivo aggiornamento delle posizioni previdenziali dei lavoratori iscritti. Viene inoltre garantita una maggiore precisione delle informazioni retributive e contributive individuali, necessarie alla liquidazione delle prestazioni e allo svolgimento di tutte le attività istituzionali previste dall’Inps – Gestione ex Inpdap».
Insomma, per un decennio le comunicazioni all’Inpdap sulle posizioni individuali non sono state precise. C’è di più: stando al bilancio 2011 dell’Inps, le uniche gestioni amministrate in attivo sono quelle dei commercianti, dei parasubordinati e dei lavoratori delle Poste, come si vede chiaramente dalla tabella qui sotto:
Mastrapasqua chiarisca subito chi, come e dove reperire risorse per ripianare questo debito. Non vorremmo mai che fossero i precari a dover pagare l’evasione di Stato.