Officine DemocratichePer abbassare le tasse, linea dura contro l’evasione

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di LUCA FEDI – http://www.officinedemocratiche.it

Diminuzione delle tasse: primo punto di un ideale programma di governo. Se desideriamo tornare a crescere, prioritaria è la riduzione del carico fiscale su chi produce. Essenziale è un nuovo quadro di regole volto a premiare gli onesti ed a colpire duramente gli evasori. Tutto senza perdere di vista le questioni economiche più generali: dalla disciplina di bilancio al patto di stabilità, dal posizionamento dell’Italia rispetto all’euro al delicato tema del rapporto fra rigore e crescita a livello UE.

Abbassare le tasse per vincere davvero e per avviare la crescita. Destra e sinistra sono concetti e categorie oramai distanti dal sentire comune. Provate a chiedere per strada: lei è di destra o di sinistra ? Non troverete grande soddisfazione. Provate a chiedere, invece, se le tasse sono troppo alte. Vedrete svanire tutte le incertezze. Egoisti e furbetti vanno per la maggiore ed il loro motto è: dallo stato avere il massimo e contribuire il minimo. Costi sociali pubblici a fronte di guadagni privati. Questo è il sentimento diffuso intercettato dal centrodestra negli ultimi vent’anni. Lasciare ancora una volta questo terreno agli avversari significa andare incontro all’ennesima sconfitta.

La questione delle tasse é determinante per il consenso. Desiderare tasse più basse e colpire duramente gli evasori, dentro una cornice di serietà e disciplina di bilancio, é ciò che la maggioranza degli elettori si aspetta. Non possiamo deluderli un’altra volta e dare loro il pretesto per rivotare centrodestra. Il quale spinto da una deriva populista le imposte non le aumenterà comunque, anche a costo di scassare nuovamente i conti del paese. Vincere alle prossime elezioni si può, ma serve tanta serietà e molto molto coraggio.

Premiare gli onesti e colpire gli evasori. Concretizzare quello che non può soltanto essere uno slogan: pagare tutti per pagare meno. Meglio dire: tasse più basse per chi produce ed è in regola col fisco, attraverso un sistema di detrazioni premianti, ed allo stesso tempo aliquote invariate ed adeguate sanzioni per gli evasori.

Dove trovare le risorse necessarie. Attraverso tagli di spesa: riduzione del perimetro della pubblica amministrazione e soppressione degli enti inutili, deciso abbassamento dei costi della politica, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, lotta alla corruzione, azzeramento degli sprechi nella PA, diminuzione degli interessi passivi da attuare con la riduzione del debito finanziata da un’importante azione di dismissione del patrimonio dello stato. Attraverso maggiori entrate: dura lotta all’evasione e politiche per la crescita. Quest’ultima rappresenta la parte più difficile da realizzare, perché impone una svolta culturale prima che politica. Una crescita a costo zero è possibile se si punta sul rinnovamento politico, sulla meritocrazia, sull’educazione e sul rispetto delle regole, sull’arretramento dei partiti rispetto all’occupazione delle istituzioni, per non parlare della riorganizzazione del mondo del lavoro, della produttività, delle liberalizzazioni e della concorrenza, che tanto mancano al nostro bel paese.

Corrotti ed evasori rubano il futuro del nostro paese. Dobbiamo colpire duro chi ruba i soldi di tutti e costruire con gli altri una nuova nazione fondata su merito, produttività e rispetto delle regole.

L’Italia é dilaniata dalla corruzione e dalle ruberie di massa. I primi affamatori del popolo non sono i governi, ma tutte quelle persone (chiamiamoli pure ladri), che ogni giorno col loro agire fraudolento sottraggono enormi risorse al bene comune. Primi affamatori fra tutti i corrotti e gli evasori fiscali. I 200 miliardi nei conti svizzeri risolverebbero molti dei problemi del nostro paese.

Per gli evasori nessun alibi, per favore. Questo non vuol dire che l’amministrazione non debba accogliere le giuste istanze del contribuente onesto temporaneamente in difficoltà, essere vicina a chi denuncia il dovuto e poi chiede al fisco un aiuto per il rientro. Nessuna pietà, invece, per chi decide in modo arbitrario ed unilaterale di evadere. Troppo comodo chiedere di patteggiare quando si viene beccati. Per casi come questi in altri paesi non si esclude la reclusione, perché ritenuti una minaccia agli equilibri che regolano la convivenza civile.

Chi non paga le imposte dovrebbe avere almeno la coerenza di non usufruire di alcun servizio. Ma se l’Italia è la culla di così tanti evasori un motivo ci sarà. Probabilmente conviene provarci, perché l’eventuale sanzione non spaventa così tanto. Se le leggi contro gli evasori fossero molto più severe, probabilmente diventeremmo tutti più onesti, come del resto lo sono o lo sono diventati gli altri paesi civili.

Evasione fiscale. Qualche proposta: 1) inasprimento delle pene, anche limitative della libertà personale; 2) sospensione del diritto di elettorato attivo e passivo; 3) sospensione dell’accesso ai servizi pubblici;

Evasione fiscale: cause e rimedi. Cosa allontana i contribuenti da comportamenti virtuosi? Le maggiori cause sono la pesantezza e l’inefficienza dello stato. La scarsa percezione della severità (e certezza) della pena. Le soluzioni: alleggerire il peso del carico fiscale (a partire dai redditi da lavoro), rendere più semplici e chiari gli adempimenti (così da eliminare la discrezionalità del funzionario di turno), più moneta elettronica, per consentire l’utilizzabilità delle informazioni da parte dell’amministrazione, già nella fase in cui il contribuente è chiamato ad adempiere, allo scopo di favorirne comportamenti corretti.

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