A distanza di 23 anni i segni della divisione di Berlino sono ancora visibili, come la statua dell’angelo che guarda da ovest e la torre per le telecomunicazioni che domina a est. La caduta del muro ha segnato la storia della città, del paese e dell’Europa intera e a Berlino i muri che cadono continuano a essere molti. Sono quelli dei cento giovani ricercatori che hanno partecipato alla seconda edizione del Falling Walls Lab, una sorta di speed date dell’innovazione, della scienza e della tecnologia: 3 minuti per raccontare la propria idea alla giuria e agli altri partecipanti con la speranza di risultare il vincitore di una borsa di studio.
«Abbiamo selezionato i cento partecipanti tra le oltre 600 domande che sono arrivate direttamente a Berlino o attraverso le nostre selezioni regionali», racconta il presidente della Falling Walls Foundation, Sebastian Turner, che organizza l’evento. I paesi rappresentati sono 39, anche se per essere onesti, la predominanza della Germania è evidente. «Specialmente per chi viene da lontano», spiega con il suo accento turco uno dei partecipanti, Hüseyin Celik, «le spese di viaggio non sono poche». Ma tra i cento giovani ci sono persone come lui che provengono da un paese, magari lontano come il Camerun, Burma o la Malesia, ma che lavorano in un’istituzione europea. Un segno dei tempi, ma che mostra come l’innovazione e la ricerca siano già da tempo oltre i confini degli stati.
C’è chi come Simon Neubauer (Max Plank Institute for Evolutionary Anthropology) sta cercando di mettere in relazione la forma globulare del cervello di Homo sapiens con lo sviluppo delle capacità cognitive, a differenza dei nostri parenti Neanderthal che avevano cervello di analoghe dimensioni ma non hanno sviluppato le caratteristiche che hanno reso predominante la nostra specie. C’è Heba T’Allah Nasser che dall’Egitto racconta come nel suo laboratorio siano riusciti a clonare un microrganismo che produce naturlamente acido ialuronico, lo stesso che si usa sulla pelle per apparire giovani. Oppure c’è Mai-Thi Nguyen-Kim, origine vietnamita per una tedesca che ha passato molto tempo al MIT di Boston, che sta sviluppando una serie di nanoparticelle adatte a trasportare le medicine direttamente dentro alle cellule, selezionando si entrare solo in quelle malate e trascurando quelle sane. A vincere è lo svizzero Thomas Rippel fondatore di Organic Standard che si è immaginato come impedire l’evaporazione dell’ammoniaca dal letame: il sugo dei crauti. Cioè che rimane dei sauerkraut contiene una sostanza che preserva le feci (e i crauti) dall’andare a male, e così facendo ne preserva anche le proprietà nutrienti per il terreno da concimare.
«La varietà delle proposte che sentiamo è impressionante e lascia a bocca aperta», racconta Reinhard Hüttl presidente dell’Accademia tedesca delle scienze e dell’ingegneria, nonché presidente della giuria del Falling Walls Lab di quest’anno. «Qualcuno ci ha chiesto perché non scegliamo uno o due argomenti per fare un evento più focalizzato», dichiara Martin Sonnenschein di A.T. Kearney, uno dei partner dell’evento, «ma non vogliamo porre vincoli. Si può limitare l’innovazione? Io credo che se le idee sono buone, sono buone indipendentemente dal campo da cui provengono».
«La cosa più interessante è vedere che cosa interessa ai ricercatori all’inizio della loro carriera», racconta ancora Hüttl, «chissà che tra qualche anno qualcuno di loro non vada a Stoccolma per ritirare un Nobel». E ancora più interessante che senza mettere quote rosa la schiera dei cento futuri Nobel è perfettamente in equilibrio tra maschi e femmine: un fattore che fa ben sperare per il futuro del mondo della ricerca, quando ancora oggi la presensza femminile, soprattutto nelle scienze più dure e in alcuni paesi in particolare, è ancora lontana dal raggiungere quella maschile.
Un altro muro che Falling Walls Lab si propone di abbattere è quello tra ricerche teoriche e applicate. «Oggi non ha molto senso e il mondo del business guarda a momenti come questo senza preclusioni di sorta», sottolinea Sonnenschein, mettendo in luce gli aspetti di talent scouting del Lab. Il futuro? «Quando abbiamo cominciato lo scorso anno», ha dichiarato Turner all’inizio dell’evento, «non sapevamo cosa aspettarci». Ora i gli eventi di selezione, i Qualifying Labs, si tengono a Zurigo, San Paolo del Brasile, Vienna, Johannesburg oltre che in alcune città tedesche. «Ma per il 2013 vogliamo nuovi punti di osservazione in altre parti del mondo», spiega Sonnenschein: «i membri della Fondazione hanno sviluppato una sorta di dipendenza dal Lab e ne vogliono sempre di più». Perché le buone idee non bastano mai e Falling Walls Lab in sole due edizioni si è aggiunto di diritto alla cerchia dei luoghi dove si possono scovare. (marco boscolo)