grand-tourCase sociali a Marina di Ragusa: miracolo low-cost

La Medaglia d'Oro all'architettura italiana assegnata pochi giorni fa alla Triennale di Milano non è stata vinta da questo progetto, ma da un altro in Sicilia, un padiglione a Siracusa. Invece sono...

La Medaglia d’Oro all’architettura italiana assegnata pochi giorni fa alla Triennale di Milano non è stata vinta da questo progetto, ma da un altro in Sicilia, un padiglione a Siracusa.

Invece sono interessanti queste case unifamigliari a Marina di Ragusa, organizzate in fasce orizzontali che corrono come parallele al mare e tagliano quasi ortogonalmente la linea di massima pendenza del terreno, un progetto che tiene insieme vista panoramica, differenziazione delle unità d’abitazione, misura dei giardini e disegno degli spazi aperti. Si tratta di edilizia convenzionata, ci credete?

Il progetto, cofirmato da Nunzio Gabriele Sciveres, giovanissimo, e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo – che ha vinto la Medaglia d’Oro alla carriera al fianco dei giganti Gae Aulenti e Vittorio Gregotti – era uno dei tanti finalisti del premio, forse troppi, se alcuni concorrevano con più di un progetto.

L’ambizione, così leggiamo qui, era di “invadere il campo dell’edilizia residenziale pubblica” scongiurando, come quasi sempre succede, la saturazione edilizia del lotto, la ripetizione indifferenziata della stessa tipolologia di casa e spazi verdi sacrificati a una viabilità non progettata.

Non sono questi progetti di lottizzazioni, lontani dai centri storici o in centri minori, quelli che oggi banalizzano di più il nostro paesaggio? Forse più che brutte architetture isolate, che alla fine identificano solo i loro autori.

Il progetto, pur rispondendo all’imperativo del massimo volume costruito per minimo costo di costruzione, si presenta quasi come un sobrio complesso di case di vacanza, ariose e soleggiate, molto desiderabili.

Con un piccolo sforzo si può intuire invece il carattere (…) delle villette della vicina lottizzazione, di cui s’intravvede il dettaglio color pesca del muro, e del tetto a capanna, nella prima foto in basso a destra. Esattamente così, come si possono facilmente immaginare, ne abbiamo viste mille viaggiando, per esempio, lungo la via Emilia.

Chi già abita queste case a basso costo forse avrà una vita migliore? Merito è anche di una committenza disponibile e aperta al dialogo, parola dei progettisti. E di architetti con giuste ambizioni, per una volta.

(foto di FIlippo Poli)

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