Un piccolo pessimo esempio. Gli organi sociali della Fondazione cassa di risparmio di Udine, tra i piccoli azionisti di Intesa Sanpaolo, hanno votato contro la riduzione degli emolumenti del 10%, proposta dal presidente Lionello D’Agostini. Lo raccontava domenica in prima pagina il Messaggero Veneto. Consiglio di amministrazione, collegio sindacale e organo di indirizzo costano ogni anno 798.918 euro per 37 membri, e dunque il risparmio sarebbe stato, arrotondando, di 80mila euro, scrive il giornale friulano. Una cifra che, pur non cambiando di una virgola i libri contabili dell’ente, sarebbe stato più opportuno impiegare sul territorio. Una mossa d’immagine, funzionale per due motivi: primo, le erogazioni per quest’anno saranno pari a 8,5 milioni di euro, lontanissime rispetto ai 14,5 milioni del 2008. Per carità, era un altro mondo, ma il dato rimane. Secondo, il 70% del capitale della Crup è impiegato in Intesa Sanpaolo, alla faccia della diversificazione del rischio, e per partecipare all’aumento di capitale dell’istituto di credito la Fondazione si è indebitata per 30 milioni di euro, e meno male che il derivato a copertura dell’investimento ha dato una plusvalenza di 9 milioni di euro. Terza, ottima ragione: l’economia regionale sta soffrendo non poco. Lo ha evidenziato pochi giorni fa la consueta indagine trimestrale di Confindustria Fvg, relativa al periodo giugno-settembre 2012. Che indica, rispetto al terzo trimestre 2011, una produzione in discesa da -3,7% a -6,9%, vendite da -4,5% a -9,8%, e nuovi ordini in leggero miglioramento ma sempre pesantemente negativi, da -11,9% a -9,7 per cento. Di fronte a queste cifre, chi può cambiare le cose dovrebbe darsi da fare e non mantenere assurde rendite di posizione.
13 Novembre 2012