Scarpe bone, bel vestito, vito sano, vin sincero, bele case, svaghi onesti, la fameia, i tosi, i veci, fede in Dio, mutuo rispeto, pace e bona volontà. Lavorar con atension, con impegno, in dignità. Buon guadagno e cuor contento, vita agiata, ma el risparmio che xe sempre necessario per formar la proprietà. Sempre usar moderasion, toleranti co la zente, boni amissi solidali ne la gioia e nel dolor. Andar drio per la so strada, no far ciacole per niente, no badarghe ai fanfaroni, ai busiari, ai mestatori. Sempre pronti ai so doveri, far valere i so diritti, e difender tuti uniti Patria, Vita e Libertà.
Così questa mattina su Facebook Paola Marzotto, mamma di Beatrice Borromeo e sorella di Matteo, celebrava un discorso pronunciato dal nonno 28 agosto 1954 in occasione di una festa con le maestranze della Sfai (Società fondiaria agro-alimentare) acquisita nel 1935 e poi parte della conglomerata Industrie Zignago, che intorno agli anni ’50 controllava vasti terreni agricoli a Portogruaro, e nelle tenute “Santa Margherita”, dove si dice sia nato il Pinot Grigio e i primi succhi di frutta. Più che un discorso, un vero manifesto delle virtù pratiche e della morale dell’imprenditore dell’epoca. Anche perché, come raccontano i libri di storia, fu proprio Gaetano Marzotto, di fede liberale, a introdurre un innovativo meccanismo sociale e assistenziale per i suoi mezzadri. Un’esperienza così importante che gli varrà una laurea honoris causa in Scienze agrarie da parte dell’Università di Pisa.
Paola Marzotto con la figlia Beatrice Borromeo
Al di là delle cronache giudiziarie e finanziarie, ciò che emerge dal sequestro di ville e appartamenti di lusso per una presunta evasione fiscale da 65 milioni di euro, legata alla vendita della maison Valentino al fondo Permira, è la distanza siderale dei Marzotto imprenditori, così come della politica del resto, da quello che comunemente viene definito sulle pagine dei giornali “paese reale”. Anche perché qui si tratta di una famiglia che a Valdagno (VI) e non solo è stata vicina, conosciuta, e soprattutto ha dato lavoro e creato sviluppo. Matteo Marzotto, come è noto, ha chiamato un pezzo da novanta come il tributarista Victor Ukmar per far valere, giustamente, le proprie ragioni. Sarebbe bello però che ci spiegasse, con la semplicità del nonno Gaetano, il perché e il percome dell’operazione, tra Lussemburgo e Isole Cayman, che vede coinvolta la sua famiglia. Se non altro, colmerebbe un po’ lo spread tra lui, imprenditore, e il paese reale. E tra lui e il nonno.