E’ tornata indietro. Avevo scritto “cartolina per Babbo Natale”, Lapponia. Però ho una brutta grafia e forse hanno letto “cartella”, così ha avuto la stessa sorte di quei terribili documenti azzurri e blu di Equitalia. O forse l’hai respinta proprio tu, caro Babbo Natale. Avevi paura di non aver pagato la tassa di possesso sulle renne. O le accise sui giocattoli. Eppure avevo compilato anche l’avviso di ricevimento, la ricevuta di ritorno, come diciamo nel Sud dell’Italia. “Sloggiato e sconosciuto”, ho trovato scritto. Successe nel 1991 a Diego Armando Maradona, perché non potrebbe accadere a Santa Claus? Allora chiedo a Linkiesta di pubblicare queste mie semplici richieste.
Caro Babbo Natale, vorrei ricevere in dono uffici pubblici più snelli. Mi dicono che in Germania, nelle comunicazioni ufficiali, ai cittadini indicano mail, telefono, nome dell’impiegato che si occupa della tua pratica. E anche quale bus o quale linea metro devi prendere per raggiungere quell’ufficio, se proprio non riesci a risolvere “da remoto”. Ti chiedo, caro Babbo, un mondo in cui la tassa sulla rimozione dei rifiuti sia “agganciata” alla residenza in modo da non farti penare quando compri e quindi cambi casa (se trovi una banca disposta a concederti un mutuo). Sogno un mondo, caro Papà Natale, dove il postino suoni almeno una volta. Non so perché, nella mia città, trovi una cartolina nella buca delle lettere che ti dice: “Non c’eri, vieni a ritirare la tua raccomandata agli uffici postali”. Ma come? Avevo l’influenza, sono stato tre giorni a casa! Certo, c’è un numero telefonico a cui rivolgersi per ritirare il plico ma…non risponde nessuno. Carenza di personale, dicono. Chiedo troppo? Buon Natale, Babbo Natale. Lo so, siamo al 26 dicembre. Ma non è colpa mia. La mia lettera è tornata indietro. Metti una targhetta bella grande, sulla porta. Postini e notificatori non hanno pietà. O, forse, sono miopi.
Giuseppe Pedersoli