Bersani ha vinto. Viva Bersani. Lo dico da elettore che ha votato Renzi nel nome di un rinnovamento del PD e della politica. E’ andata come previsto. Onore a Renzi, di cui il vincitore e il sistema politico dovranno tener conto. Ora la sfida di Bersani è quella di farci sentire oltre al profumo anche il sapore dell’arrosto: ossia una proposta politica riformista per vincere le elezioni e governare in Europa. Ma tra profumo e arrosto… Il profumo è quello che piace a chi si accontenta dell’immaginazione, l’arrosto è quello che arriva nel piatto soltanto quando l’immaginazione si trasforma in politica concreta ed efficace. E’ questa la sfida per una forza di governo riformista e progressista: bloccare la costituzionalizzazione e l’accettazione supina della rivoluzione dall’alto che sta devastando l’Unione Europea attraverso l’imposizione di politiche economiche rigoriste, liberiste e monetariste. Le élite politiche ed economiche hanno chiesto ai popoli europei la cessione della sovranità nazionale (moneta, fiscal compact, etc.), in cambio di un costo del denaro molto basso e della promessa di una maggiore sovranità politica. La prima promessa è stata mantenuta tant’è che molti governanti ne hanno approfittato creando voragini nei conti pubblici. La sovranità politica invece non è arrivata, ai mercati infatti non piace la politica forte. Ai popoli è rimasto il rigore fiscale, la disoccupazione e (letteralmente) il terrore del futuro. Bersani che ha già parlato da candidato premier, vada a cercare i suoi alleati non solo tra i Vendola e i Casini, ma soprattutto in Europa per costruire una politica alternativa (almeno un po’) a quella di Frau Merkel e degli ingordi signori della finanza. Se ci prova avrà speso bene la fiducia che gli elettori del centro sinistra gli hanno accordato. E riuscirà a completare la trasformazione politica degli ex comunisti. Non liberisti per senso di colpa, ma riformisti per necessità e convinzione.
2 Dicembre 2012