Le cinéma autrementSightseers. Il turismo secondo Ben Wheatley

Disagio e matite giganti nell'ultima  black comedy dell'inglese Ben Wheatley. Dopo i successi di Courmayeur, ecco la recensione. Innanzitutto, chiariamo una cosa: il museo della matita esiste. Si ...

Disagio e matite giganti nell’ultima black comedy dell’inglese Ben Wheatley. Dopo i successi di Courmayeur, ecco la recensione.

Innanzitutto, chiariamo una cosa: il museo della matita esiste. Si chiama The Cumberland Pencil Museum e si trova a Keswick in Cumbria, una regione che sta sotto la Scozia e più o meno a sinistra dello Yorkshire. Nel sito dello shop però non c’è traccia della matita gigante che Tina acquista (a sole 24 sterline!) per scrivere all’amato Chris.

Ce ne sono di stranezze nell’ultimo film di Ben Wheatley: alcune sono incredibilmente vere come il museo di pocanzi, altre escono dalle matite capaci di Alice Lowe e Steve Oram – che del film sono sceneggiatori oltre che protagonisti assoluti. Sightseers (“Turisti” nell’edizione italiana) ha vinto il premio come miglior film al 22mo Noir Film festival di Courmayeur pochi giorni fa, dopo esser passato dalla settimana della critica a Cannes lo scorso maggio.

Resta difficile però trovare un genere che possa descriverlo adeguatamente: black comedy? Horror, ma da ridere? Forse le migliori definizioni le ha trovate un recensore di Kill List, il film che un anno fa fece conoscere Wheatley alla critica internazionale: antica sbudelleria del corso, assassini, bisteccheria umana, facce proletarie inglesi.

La storia è questa: costretta allo zitellaggio da una madre vedova e iperprotettiva, Tina ha finalmente trovato l’amore nella barba pel di carota dell’adorabile Chris. Presto detto, lascia la casa materna, i diplomi in psicologia canina e il fantasma del povero Poppy (il British Terrier che insieme al suo doppio Banjo ha vinto il Canine Award a Cannes 2012) per imbarcarsi in una vacanza in camper di tre settimane verso Nord, alla scoperta dei luoghi preferiti dell’amato – museo della matita incluso. L’amore (e la passione) fioriscono, ma le cose non stanno esattamente come sembrano: la “faccia proletaria” del mansueto Chris nasconde un feroce serial killer, e la vacanza prende una brutta piega…

Il trailer originale del film.

Concordo con Peter Bradshaw quando dice che le citazioni sul poster di Sightseers sono in parte fuorvianti: non è una commedia da grasse risate, o almeno non è solo quello. È vero, l’humor del film riposa nel gusto tipico inglese per l’ironia di classe e lo sfottò di un certo tipo di turismo, quello col culto dei patrimoni artistici e naturali: i visitatori dei monasteri, i campeggiatori minimalisti, gli escursionisti Barbourvestiti che s’intignano su una cacca di cane in aperta campagna. Aggiungici poi un formidabile ritratto delle relazioni madre-figlia (e relativa biancheria osé fatta a mano, col peggior cattivo gusto possibile) e il quadro è completo.

Spesso però le risate si accoppiano con un senso acuto di disagio: quando la commedia dei tic si trasforma improvvisamente in horror sanguinolento, lasciando sconcertati per la sua brutalità. E il disagio sta precisamente lì, nel confine sottile che separa una semplice idiosincrasia dall’istinto omicida. Quante volte abbiamo fantasticato di tirar sotto l’auto l’incivile che getta cartacce in terra? In un’intervista con il Guardian, Alice Lowe spiega che due sono state le fonti d’ispirazione principali nella scrittura del film: le vacanze in campeggio della sua infanzia a spasso per la perfida Albione, con il campionario di fenomeni che si possono facilmente immaginare, e lo studio delle psicologie criminali. Insomma, un mondo assurdo ma spesso più vero del vero.

Wheatley ce lo fa sentire tutto, questo mondo. I colori dei paesaggi sono saturati quel tanto che basta per renderli inquietanti, i primi piani dei protagonisti (entrambi eccellenti nelle rispettive interpretazioni) bucano lo schermo per intensità, le scelte musicali sono più che azzeccate pur nella loro estrema popolarità – formidabili i titoli di testa su Tainted Love nella versione dei Soft Cell. L’umorismo feroce dei Turisti di Wheatley riuscirà a trovare un mercato nella distribuzione italiana? A guardare le prossime uscite natalizie, le speranze son pochine.

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