Leggere il mondoIl prof. Revelli tra teoria e pratica

Insieme al magistrato no-TAV Livio Pepino, è stato il promotore del movimento piemontese “Cambiare Si Può” destinato a convergere, a livello nazionale, nel movimento “degli arancioni” e, più speci...

Insieme al magistrato no-TAV Livio Pepino, è stato il promotore del movimento piemontese “Cambiare Si Può” destinato a convergere, a livello nazionale, nel movimento “degli arancioni” e, più specificatamente, nella neonata lista di “Rivoluzione Civile” capeggiata dal magistrato Antonio Ingroia. L’obiettivo, o il sogno, era quello infatti di ricompattare la Sinistra, evitando di allinearsi alle linee progettuali di SeL, considerato un partito troppo personalistico, e del Movimento 5 Stelle di cui si denuncia un (presunto) deficit di democrazia interna. Il professor Marco Revelli, insomma, voleva mettere in pratica le istruzioni e gli auspici formulati, già nel 2010, con l’ottimo “Sinistra destra. L’identità smarrita” edito da Laterza. In cui si denunciava come la coppia antitetica destra-sinistra sia, con sempre maggior chiarezza, esposta ad uno strano destino: riferimento obbligato di ogni discorso sulla politica, essa, tuttavia, sempre meno riesce a sintetizzarne adeguatamente le differenti identità. Indispensabile per descriverne la cronaca quotidiana, non riesce più, tuttavia, a dirne la “verità”. Contestata tradizionalmente “da destra”, essa tuttavia, da qualche tempo a questa parte – e questo è il vero dato di novità – ha incominciato a essere messa fortemente in discussione anche “da sinistra”, con la crisi sempre più evidente dell’idea di progresso, l’emergere delle tematiche e dei movimenti ecologisti, la critica dello sviluppo e della sua carica di distruttività, la fine delle apologetiche della modernizzazione.
Il libro ripercorreva la natura e la storia dei concetti di “destra” e “sinistra”, dalla loro origine, con la Rivoluzione Francese e la nascita della modernità in politica, sino ad oggi, scavando nella molteplicità di significati e di simbolismi che ne stanno alla radice.

Per Revelli, come Pepino, urge, infatti, riflettere su cosa debba rappresentare la Sinistra oggi e ridefinirne con nettezza identità e valori, anche in rapporto ad un sistema di potere globale che, col dominio dei mercati finanziari, pur apparendo sempre più anonimo, rende più impotente chi vi è assoggettato; ma, purtroppo, almeno dal loro punto di vista, la proposta di “Cambiare Si Può”, da loro stessi formulata, sembra aver preso le sembianze, nel giro di pochi giorni, di uno scatolone utile a far eleggere uomini di partito che non avrebbero avuto alcuna chance di entrare in Parlamento, come il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero o il segretario provinciale (per Torino) Ezio Locatelli. “Cambiare Si Può” è stato occupato immediatamente dalle squadre di Rifondazione e della Sinistra Radicale e da alcune frange dell’IDV che, imitando il loro capo Di Pietro, a fronte del tracollo in termini di consenso del proprio partito, si sono agganciati con forza, come ad una insperata scialuppa di salvataggio, alle nuove liste arancioni. Anche Diliberto ha “fiutato l’affare” e ci è saltato subito sopra, dato che dentro al PD non avrebbe avuto molto spazio. A Torino, sede dell’esperimento proposto da Revelli e Pepino, a fronte dell’alta partecipazione di simpatizzanti di Rifondazione, si è già votata, in più istanze, una risoluzione che include la presenza di uomini e segretari di partito in “Cambiare Si Può” e, di conseguenza, la loro candidatura al Parlamento.

Un esito sgradito ai due promotori che, sicuramente, puntavano ad un’indipendenza dalle logiche partitiche e ad una maggiore aderenza alle espressioni della cosiddetta “società civile”.
Marco Revelli si potrà consolare almeno rileggendo il suo “I Demoni del Potere” pubblicato, qualche settimana fa, sempre da Laterza…Demoni che, pare, rifuggono in pochi una volta ottenuta una responsabilità ed una poltrona politica.
In realtà, il nuovo libro di Revelli va ancora più in là, indagando il sistema economico-finanziario internazionale che pare in grado di sottomettere ogni autorità politica e governativa legando le condizioni della nostra esistenza ad ogni turbolenza dello spread. Oggi la sovranità, infatti, non appare più il potere supremo di fare la legge, ma semmai quello di disattivarla, aprendo continui spazi di eccezione all’interno del diritto vigente.

Nel suo ultimo lavoro, Revelli parte da molto lontano, dall’ “invenzione della città”, la grande innovazione che, secondo il suo punto di vista (e di molti altri studiosi), ha avviato la pratica di addomesticamento del potere. “Al riparo delle sue mura, nello “spazio protetto” da cui sono state tenute fuori le forze del caos, è stato possibile cominciare a porre sotto controllo le potenze distruttive con cui si era espressa fino ad allora la natura selvaggia del dominio. E immaginare un modello di ordine a dimensione umana”. Revelli ricorre ai due miti fondativi, di Medusa e di Perseo, da un lato, e delle Sirene e di Ulisse, di cui si occupa questo libro, dall’altro, che raccontano appunto questo passaggio dal “luminoso” (e dal “mostruoso”) all’ “umano”: questa sorta di trasformazione del carattere “demoniaco” del potere, da entità selvaggia e incontrollata a strumento assoggettato a un qualche progetto “civile”. Che accadrà, invece, ora, nel momento in cui la solidità dei “luoghi” sembra vacillare e sciogliersi sotto la spinta travolgente dei “flussi” finanziari, e quelle linee di confine farsi incerte e permeabili, esposte alle minacce dei primordiali “demoni del potere”? Di sicuro, quanto più la sovranità confonde i propri tratti nel potere anonimo dei mercati finanziari, tanto più la vita di interi popoli resta non solo offesa, ma anche denudata…

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