Avviso ai visitatori che giungeranno a Milano per Expo 2015: parcheggiate a Pavia perché i posteggi non saranno pronti in tempo. È l’allarme di Assolombarda, che ha presentato oggi il Rapporto Oti 2012, la consueta indagine sulle infrastrutture del Nordovest, curata con la collaborazione dell’Unione industriale di Torino e Confindustria Genova. Secondo l’associazione guidata da Alberto Meomartini, la nuova linea della metropolitana M4, la Pedemontana e la Tangenziale est di Milano non saranno inaugurate in tempo per la manifestazione internazionale. Si salverà soltanto la Brebemi – che collega Brescia a Milano senza passare per Bergamo – cantiere realizzato al 65%, in linea con la tabella di marcia. Peccato il traffico della Brebemi sarebbe dovuto confluire nella Tangenziale est per poi entrare in città, ma si prevede di realizzare soltanto l’arco della Teem che collega la Rivoltana (sp 14) e la Cassanese (sp 103).
L’analisi di Assolombarda è impietosa: «Nel 2001 la Lombardia aveva una disponibilità autostradale di 65 km/milione di abitanti: esattamente la metà o un terzo rispetto alle altre aree europee di pari rango economico. Oggi, 12 anni dopo, siamo ancora lì, a fronte di quasi 300 km di nuova rete prevista (Brebemi, Pedemontana, Tem, Cremona-Mantova, Broni-Mortara). È ormai impossibile che Pedemontana e Tangenziale Esterna siano disponibili per il 2015 nella loro interezza. Nubi si addensano sulla continuità finanziaria delle due opere: complessivamente occorre ancora reperire oltre 1 miliardo di euro di capitale sociale e quasi 4 miliardi e mezzo di capitale a debito sui mercati finanziari». In generale, dice la lobby degli industriali lumbard, delle 24 opere della Regione ne sono state concluse 5 in undici anni, 10 sono in corso di realizzazione ma costano «16 miliardi, con una disponibilità attuale di 6 miliardi».
Due sono i problemi: l’equity e la bancabilità delle opere. Sul primo fronte, ha spiegato con realismo Giuliano Asperti, vicepresidente di Assolombarda, «gli investitori si attendono un una remunerazione degli investimenti dell’11-11,5 per cento. Sembra tanto ma non lo è, se si pensa che il rendimento arriva dopo 15 anni». Sulla base di una ricerca curata dall’Università di Castellanza, Asperti ha calcolato che i 4 miliardi necessari allo sviluppo della viabilità lombarda porterebbero 2,8 miliardi in termini di gettito Iva sul territorio e 7 miliardi di Pil aggiunto. Cifre che consentirebbero, sostiene Assolombarda, un alleggerimento fiscale in termini di un miliardo di euro, per attrarre capitali da tutto il mondo, in un momento in cui le grandi banche nazionali non hanno la visibilità macro necessaria a supportare impegni pluriennali. Sebbene Meomartini si dimostri ottimista, è difficile stimare quale sarà la reale domanda di nuove strade proveniente dalle imprese del territorio.
Oltre al rischio finanziario insito a questo tipo di investimenti, bisogna tenere conto anche di quello politico. Il candidato Pd alla Regione Lombardia, Umberto Ambrosoli, ha bocciato la Broni-Mortara senza appello, definendola «assolutamente sovradimensionata». Assolombarda e i suoi iscritti ovviamente non la pensano così. Tant’è che, secondo gli spifferi, dicono che Meomartini e i suoi punteranno sul cavallo leghista.