Il famigerato “election day” si avvicina ed il clima politico diventa sempre più incandescente. Viviamo questo aumento di pressione ogni giorno, sui giornali, nelle radio, in televisione, sui social network, ma anche al bar o al mercato.
Ieri sera poi abbiamo raggiunto un apice, difficilmente replicabile (anche perchè a breve saremo in clima di “par condicio”), con il one man show di Berlusconi ospite di Santoro.
Com’era ampiamente prevedibile, il Presidente del Milan ha fatto un figurone, senza dire assolutamente nulla. Ma come sempre la “sinistra”, per usare un termine tanto amato dal Cavaliere, gli ha dato una grossa mano, rendendolo simpatico, attraente (elettoralmente parlando) ed accreditandolo del ruolo di leader (credibile!) del centro destra. O almeno di quel che ne resta..
Ma quanto accaduto ieri, cioè proprio il rendere “credibile” qualcuno che NON ha MAI parlato di programmi, proposte, idee per il Paese, mi ha fatto riflettere sui motivi per cui dovrei votare, o meno, un candidato a qualunque carica pubblica.
Ed ho fatto un’analisi sulle prossime elezioni, sia politiche che regionali, rendendomi conto che NESSUN candidato Premier stia chiedendo il voto su un programma, credibile e realistico, di Governo. Per ora sentiamo solo slogan o boutade propagandistiche.
Dalle politiche ho poi rivolto lo sguardo (politico) alle regionali, percependo immediatamente che, se in Lombardia sono in preda a furori partitici, solo nel Lazio c’è un candidato che ha presentato un programma. Che ha individuato i nodi fondamentali da sciogliere, proponendo anche soluzioni credibibili.
Questo candidato si chiama Nicola Zingaretti.
Innovazione, solidarietà e merito sono i punti chiave di un programma, anzi meglio di una forma mentis, che vede nella trasparenza e nella condivisione due “conditio sine qua non” ineludibili. Chiavi di volta di un cambiamento epocale in questa Regione martoriata da scandali, pessima gestione ed illegalità diffusa.
Io, tanto per cambiare, probabilmente sono di parte. Anzi lo sono sicuramente.
Sono un “partigiano”, orgogliosamente civico e senza tessere di Partito.
Perchè, per dirla con le meravigliose parole di Berlinguer, anche io “credo che vivere voglia dire essere partigiani. Perchè chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.”
E parteggiare per il candidato che riteniamo più adatto a ricoprire un ruolo pubblico, oltre che a riportare dignità ad una politica che ne è ormai praticamente priva, è una scelta coraggiosa ed un dovere. Morale, etico e civile. In una parola, politico.
Per tutte queste ragioni sono fiero di essere un “partigiano”, perchè voterò Nicola Zingaretti Presidente della Regione Lazio.