Il Centro Regionale Sant’Alessio – Margherita di Savoia per i Ciechi è nato nel 1988 dalla fusione di due antichi enti assistenziali della città di Roma, entrambi risalenti al XIX secolo. Il primo nacque per iniziativa di Papa Pio IX, il secondo per volontà della Regina d’Italia per aiutare le persone cieche.
Un’altra epoca. Oggi lo Stato è sempre più ostile ad assolvere l’antico compito di assistere i più bisognosi. I suoi funzionari sono burocrati freddi e cinici che tagliano senza pietà qualunque servizio a favore dei più deboli. Un esempio di questo smantellamento del welfare è la decisione presa dal nuovo commissario straordinario del Centro Sant’Alessio, Alessandro Matteini, appena nominato da Renata Polverini, che ha deciso di sospendere l’assistenza domiciliare ai ciechi con pluri-handicap del Lazio, prevista dalla legge 284/97 e di chiudere i Centri per i Pluriminorati, fra cui quello di Latina aperto un anno e mezzo fa e costato ai contribuenti 250.000 euro. Motivo: la Regione Lazio non versa al Centro i fondi stanziati e previsti per l’assitenza ai pluri-handicap. Una decisione improvvisa che lascia sole migliaia di famiglie e toglie posti di lavoro per i giovani operatori del Centro.
“Il Centro Sant’Alessio” –spiega Carlo Carletti, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della provincia di Latina che guida la rivolta dei non vedenti– “ha lo scopo di fornire funzioni assistenziali, riabilitative e formative a sostegno dei non vedenti e non attraversa da tempo una facile situazione economica: malgrado possieda un immenso patrimonio immobiliare che rende cinque milioni e mezzo di euro l’anno, ha registrato un pesante passivo di circa dodici milioni. Nel corso degli anni, é stata assunta una quantità innumerevole di impiegati amministrativi, assolutamente non necessaria alla gestione dell’Ente. Le entrate, che dovrebbero essere impiegate in attività a favore dei ciechi, sono utilizzate quasi totalmente per retribuire questo personale. A questo si aggiunga l’irresponsabile comportamento della Giunta regionale che non versa i fondi stanziati e previsti. Inoltre la presidente Polverini ha cambiato tre Commissari in due anni, rendendo instabile la gestione del centro.”
Al danno poi rischia di aggiungersi una beffa crudele. “Mentre vengono tagliati i servizi” –denuncia Carletti– “con nuovi atti si prefigura l’assunzione di ulteriori dipendenti, dirigenti di prima classe e altre figure amministrative dirigenziali, di cui nessuno sente l’esigenza. Una coincidenza disgustosa.”
I ciechi e gli ipovedenti del Lazio non intendono restare a guardare di fronte all’ennesima limitazione dei loro diritti e si preparano a manifestazioni estreme, come l’occupazione e l’autogestione del stesso Centro Sant’Alessio. “Non stiamo chiedendo privilegi” –conclude Carletti– “ma il rispetto dei nostri diritti elementari, come prevede la Costituzione.”