NewsBanditeCome barattare un ritocchino dal chirurgo plastico con post, pin e tweet

Economia del dono. Quando mancano i soldi ma non la fantasia. Dal mio naso alla Swap-o-Matic Machine, in attesa di...Due settimane fa avevo chiesto ad un chirurgo plastico incrociato su twitter se ...

Economia del dono. Quando mancano i soldi ma non la fantasia. Dal mio naso alla Swap-o-Matic Machine, in attesa di…

Due settimane fa avevo chiesto ad un chirurgo plastico incrociato su twitter se sarebbe stato disposto a farmi un ritocchino in cambio di una efficace campagna di promozione sui social media, visto che l’approccio con cui mi aveva contattata non mi aveva convinto e avevo intuito che avrebbe potuto avere bisogno di una SocialMediaColica come me. Altrimenti non avrei avuto motivo di ricambiargli il follow, non riuscendo ad immaginarmi nella possibilità di compiere atti scellerati come spendere dei soldi per farmi cambiare i connotati.

Così gli avevo fatto la mia proposta shock: lui mi avrebbe regalato un naso nuovo, io un mese di lavoro su facebook, pinterest, instagram e compagnia bella, un sicuro feedback mediatico, e-perché no-anche un bel quadro. Del resto si baratta da sempre, in ogni dove. Da qualche tempo va pure di moda. Si dice sia merito della crisi. “Merito”- sottolineo-perché è una bella cosa. Volete mettere la precarietà nel pagare con fredde banconote di carta, che basta un acquazzone a far disperare per l’averle sbadatamente lasciate in tasca, alla sicurezza di una torta fragrante condivisa in allegria e conservata sottopelle? Perché ci si (ap)paga anche con le torte. Non solo. Dai servizi di idraulica ai soggiorni in albergo le possibilità per donarsi vicendevolmente e venirsi incontro sono davvero tante. Non è certo una novità, lo facevano i nostri nonni, lo faranno i nostri nipoti. Negli ultimi tempi è un atteggiamento che qualcuno pare prendere seriamente in considerazione come modello alternativo di sviluppo.

Un viaggio in rete a cavallo di una parola chiave come barter (baratto) racconta di molti siti web dedicati all’economia del dono nelle sue varie declinazioni, e regala qualche chicca. Questa “macchinetta automatica dello scambio”, ad esempio.

Si chiama swap-o-matic-vending-machine. In America ce ne sarebbero già ben 7 milioni. Ideata da una designer che opera a New York, Lina Fenequito, è pensata per riciclare “quello di cui non hai più bisogno e darti quello che ti serve, tutto gratis“. Per azionare lo scambio occorre crearsi un Swap-o-Matic account, inserendo un indirizzo mail sul suo touch screen. Il sistema garantisce a ciascun utente un credito iniziale che si accresce ogni volta che si “lascia”, e che si spende ogni volta che si “prende”.

E in Italia? Non so ci siano delle macchinette del genere o se qualcuno si sia già interessanto per comprare (magari barattare) quelle di Lina Fenequito, ma ci sono iniziative altrettanto degne di nota. Ad esempio, avete mai pensato alla possibilità di distribuire un libro, il vostro, barattandolo, con tanto di tour promozionale?

Così ha fatto di recente l’artista sardo Mario Pischedda. In uno dei prossimi post vi racconto. L’ho intervistato per noi.

PS. Quanto al mio naso nuovo: sappiate che, su specifica richiesta (wow!), ho spedito delle mie foto al chirurgo, una frontale, una di profilo, più un video riciclato dal mio facebook. Spero di non averlo demoralizzato, non mi ha ancora risposto. Forse avrà pensato: sono un medico, mica un mago. Però io attendo…

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